Legge sulla montagna, un pugno di mosche in mano per una stupida questione di lesa maestà...

 

 

Lo scontro nell'ultimo consiglio regionale tra il consigliere Pd Pierpaolo Pietrucci, che chiedeva l'inserimento all'ordine del giorno della cosiddetta legge Reasta sulla montagna e l'assessore Donato Di Matteo che ha lamentato di essere stato scavalcato nonostante la delega sul tema,  è stato stigmatizzato con un comunicato da  Luigi Faccia, vice presidente del Collegio Abruzzo dei maestri di sci e Agostino Cittadini, presidente del Collegio Abruzzo delle guide alpine. «Apprendiamo con sconcerto hanno scritto i due - la notizia del non inserimento all'ordine del giorno del Consiglio Regionale del 25 ottobre, con la conseguente mancata approvazione del progetto di legge 233/2016 denominato Istituzione Rete Escursionistica Alpinistica Speleologica Torrentistica Abruzzo Reasta per lo sviluppo sostenibile socio-economico delle zone montane e nuove norme per il soccorso in ambiente montano. Quello che ci lascia basiti è che il tutto derivi da un presunto sgarbo istituzionale dei consiglieri Pietrucci e Monticelli nei confronti dell'assessore con delega alla montagna Di Matteo. Probabilmente ci aspettavamo, dall'esperto e navigato assessore Di Matteo, una maggiore comprensione ed un plauso al lavoro svolto dai consiglieri, per un progetto di legge importante per i contenuti, condiviso dalle istituzioni di riferimento, dalle forze politiche e dai professionisti della montagna». Stupisce anche il fatto che il progetto di legge è frutto di un lungo e soprattutto condiviso iter in commissione. Anche grazie al lavoro di Cinque Stelle e Forza Italia. «Dopo un lungo percorso di condivisione scrivono i due -, fatto di numerose riunioni ed appropriati approfondimenti forniti da tutte le parti in causa, ha trovato luce un provvedimento importantissimo per le attività svolte in montagna, con il quale si crea il catasto della sentieristica regionale che mette in rete tutto l'esistente, catalogandolo ed uniformandolo su tutto il territorio e creando i presupposti per una nuova normativa per il soccorso in ambiente montano. Adesso invece ci si ritrova con un pugno di mosche in mano per una stupida questione di lesa maestà che sa tanto di vecchia politica, lasciando l'intero settore delle professioni montane, senza un importante provvedimento».


 



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