Spariti interi borghi Sull’Appennino un cumulo di macerie

 

 

 

Cumuli di macerie dove si stagliavano campanili e chiesette, strade panoramiche che ora offrono alla vista desolati e desolanti scenari, abitazioni sgretolate. Le scosse di terremoto che in questa ultima settimana di ottobre si stanno lasciando dietro distruzione e disperazione hanno cambiato lo skyline dell’Italia centrale, di una buona parte della dorsale appenninica. E momentaneamente cancellato dagli itinerari turistici destinazioni conosciute anche oltre confine: la foto drammatica della Basilica di San Benedetto a Norcia crollata e distrutta ha già fatto il giro del mondo, campeggiando su moltissimi siti dei media internazionali. Castelluccio di Norcia, famosa ovunque per le lenticchie e per essere meta di appassionati di deltaplano e parapendio provenienti da tutto il mondo, è stata quasi rasa al suolo. «È cambiato per sempre il panorama di quella zona sull’altopiano ai piedi di monte Vettore», ha sottolineato uno di quelli che sono riusciti a verificare la situazione sul posto. E come Castelluccio, cuore dei Monti Sibillini, tanti altri borghi delle zone appenniniche di Umbria, Marche, Abruzzo e Lazio sono stati dichiarati inagibili dalla Protezione Civile. Pesantemente colpiti Castelsantangelo sul Nera, Visso, Ussita e Preci, tutti situati intorno all’epicentro delle fortissime scosse di terremoto che hanno interessato le province di Perugia e Macerata. Danni nella Tuscia dove si registrano lesioni, crepe e crolli anche in palazzi storici. A Civita di Bagnoregio danneggiato il campanile, a Nepi è caduta la palla medicea del palazzo comunale. Lesioni gravissime per la chiesa della Collegiata di S.Genesio. Colpiti al cuore edifici e monumenti che erano là da secoli e rappresentavano la memoria, la cultura, il punto di riferimento. «È venuto tutto giù, ormai non ci stanno più i paesi», l’amara constatazione di Aleandro Petrucci, sindaco di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) dopo l’ultima scossa di magnitudo 6.5. «È un disastro, un disastro!» commenta il sindaco di Ussita, Marco Rinaldi. «Siamo in condizioni pietose», «un borgo distrutto» gli fa eco il primo cittadino di Pievetorina, in provincia di Macerata, Alessandro Gentilucci. Interi paesi spariti in pochi secondi per un terremoto che allungherà la lista dei borghi fantasma. Località da cui sono via via fuggiti i residenti stabili, in seguito a calamità ma non solo, e che qualche sindaco ha provato a rivitalizzare anche mettendo in vendita case da restaurare a 1 euro. E, come se non bastasse, ci sono anche le frane. Il terremoto delle 7.40 ha provocato il distacco di 30-40mila metri cubi di roccia dalle Gole della Valnerina giù nel corso del Nera, a poche centinaia di metri da Visso (Macerata), sulla strada per Preci (Perugia).

 



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