Assalto al Monte Paschi, individuato il presunto autore

 

 

 La squadra Mobile ha individuato il responsabile di una rapina “alla Fantozzi” commessa ai danni di una sede del Monte dei Paschi di Siena in piazza Battaglione degli alpini, zona Fontana luminosa. Nei guai un giovane che, per via del suo agire maldestro, perse per strada quei pochi spiccioli che si era fatto consegnare dalla cassiera. Si tratta di S.A., di 33 anni, di Latina, ritenuto responsabile della rapina consumata il 14 maggio scorso. In quella circostanza, il malvivente, una volta all’interno dell’istituto di credito, minacciando i dipendenti con un taglierino, si era impossessato del denaro custodito all’interno di una cassa. La reazione di una dipendente fece sì che il rapinatore, sorpreso da tale condotta, abbandonasse a terra parte del denaro, poi recuperato dalla polizia intervenuta immediatamente dopo i fatti. Il personale della squadra Mobile è risalito all’autore della rapina partendo da piccole tracce lasciate dallo stesso sul luogo del reato durante la maldestra fuga; nella successiva perquisizione, effettuata nell’abitazione dell’indagato, furono ritrovati anche gli indumenti utilizzati per compiere il colpo. Un malvivente davvero improvvisato, dunque, al punto che non si è nemmeno disfatto dei vestiti che per lui sono una pesante prova a carico. Nei giorni scorsi, la Procura della Repubblica ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, avvalorando il lavoro investigativo e contestando il reato di rapina al giovane di Latina. Tra i macroscopici errori da lui fatti anche quello di aver assaltato la banca a volto scoperto, cosa che ha ulteriormente agevolato le investigazioni visto che le telecamere a circuito chiuso lo ripresero. L’unica cosa che gli andò bene fu la circostanza per la quale sfuggì all’immediata cattura. Le forze dell’ordine intervennero in tempi molto rapidi, ma il giovane riuscì a dileguarsi tra le stradine che ci sono in centro storico, dietro al palazzo nel quale ha sede la banca presa di mira, rifugiandosi, probabilmente, in qualche portone di uno dagli stabili inagibili della zona. Ciò gli ha prima permesso di evitare il carcere, e poi una possibile condanna con il rito direttissimo. Le indagini sono state coordinate dal capo della Mobile, Gennaro Capasso.
di Giampiero Giancarli - da Il Centro -



 



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