Save Gran Sasso, cinquemila firme - Obiettivo centrato in soli due mesi

 

 

 

Obiettivo centrato. In due mesi sono state raccolte le 5000 firme per chiedere la ridefinizione dei confini del Parco Gran Sasso-Monti della Laga e dei Sic, i Siti di interesse comunitario. La petizione popolare è stata promossa dal comitato #SaveGranSasso e dall’associazione Progetto Montagna. «Avevamo previsto tre mesi», commenta Fausto Tatone, del comitato #SaveGranSasso, «per raggiungere le 5000 adesioni. Ne sono bastati solo due. Significa qualcosa di grande». L’iniziativa, dopo il boom delle 300 firme raccolte al debutto, è andata avanti per settimane con l’allestimento di banchetti dove tanti cittadini si sono fermati per sottoscrivere i due quesiti. Dopo aver promosso, un anno fa, un referendum sullo stesso tema, slittato però al 2018 a causa delle procedure farraginose, i promotori hanno deciso di far partire una petizione popolare per sollecitare, sull’onda della mobilitazione generale, il Comune e la Regione: spetta a quest’ultimo ente ridisegnare i confini del Parco e dei Sic e trasmetterli al ministero dell’Ambiente, in modo da eliminare quei paletti che, secondo i rappresentanti di comitato e associazione, a oggi impediscono lo sviluppo turistico. Il risultato da portare a casa è la riperimetrazione dell’area protetta, facendo arretrare i suoi confini nelle aree più popolate dei comuni pedemontani del versante aquilano, e l’eliminazione di quei Sic che prevedono la massima tutela ambientale e l’inedificabilità nelle aree degli impianti di Campo Imperatore e nelle aree della valle del Chiarino. Il portavoce del comitato #SaveGranSasso Luigi Faccia commenta la vicenda del Parco Velino-Sirente, dove 7mila ettari potrebbero uscire dal perimetro. «Si devono rettificare le zone Sic-Zps sulle zone antropizzate. Finalmente anche gli ecologisti dicono quello che sosteniamo da tempo: con i Sic e le Zps il piano d’area non potrà mai essere realizzato. Non solo, anche le attività dell’uomo, come l’uso civico del legnatico, i pascoli, l’attività rurale in genere, troveranno grosse difficoltà».
- da Il Centro -

 



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