NOTA DEL PRESIDENTE DEL CENTRO TURISTICO GRAN SASSO SPA SULLA FIRMA DEL PROTOCOLLO D’INTESA

l progetto Skipass dei Parchi nasce, all’indomani del mio insediamento alla Presidenza del CTGS spa, quando la funivia del Gran Sasso e la stazione di Campo Imperatore, ormai forzatamente ferma da oltre 6 mesi, a seguito delle note conseguenze dell’evento sismico, aveva necessità di rilanciare la sua offerta turistica e rinnescare quel ciclo economico virtuoso che, passando dapprima attraverso la riapertura degli impianti e della funivia, potesse poi dare duraturo successo e sviluppo alla azione di risanamento aziendale che parallelamente il cda aveva ricevuto il mandato di attuare.

Avendo consapevolezza che una offerta turistica singola, seppur importante e strutturata, avrebbe avuto poco futuro e forza in un contesto di offerta nazionale ed internazionale dove ormai, solo le grandi aggregazioni e cooperazioni, hanno successo, risultava necessario costruire un’idea, per il rilancio dell’economia aquilana post sisma, che tenesse conto delle nuove tendenze, ispirandosi a realtà già operative e collaudate.

Tra queste, l’esempio italiano e mondiale più virtuoso, è quello del consorzio del “superski dolomiti” che oggi rappresenta la più grande aggregazione di stazioni di sport invernali e di operatori turistici del mondo, realizzata dalla cooperazione di ben 114 operatori economici degli impianti a fune operanti prevalentemente su due regioni (Trentino Alto Adige e Veneto) che, nella stagione 2007/2008, hanno trasportato ben 126,5 ml di sciatori con 10 ml di presenze, determinando per quelle regioni un primato mondiale assoluto di performance imprenditoriali, benessere ed occupazione che, le recenti statistiche degli scorsi giorni, pubblicate sul Il sol 24 ore, non hanno che confermato, con Bolzano e Trento vincitori della classifica sulla qualità della vita nei capoluoghi Italiani 2010.

Il nostro territorio che da quelli citati non è dissimile, per caratteristiche morfologiche e di vocazione, presenta rispetto a loro, tre carenze fondamentali: la mancanza di una rete impiantistica di collegamento tra i vari comprensori, laddove possibile ed ecologicamente compatibile, una offerta completa di filiera, ed un flusso turistico proporzionato agli investimenti effettuati ed eventualmente da effettuare.

Nel contempo presenta dei plus invidiabili: un territorio di vastissime dimensioni, che con una ventennale ed intelligente politica di protezione accoglie emergenze floro faunistiche non più tutelate sull’arco alpino, ed un tessuto urbanistico che, una volta riqualificato a seguito degli interventi del sisma, avrà un pregio totalmente superiore a quello delle regioni appena citate.

Da questa analisi, con una azienda quale il CTGS spa, ereditata con mille problemi aziendali, occupazionali e finanziari, abbiamo cominciato a lavorare perché, parallelamente al risanamento aziendale, si potesse individuare una linea di sviluppo futura che desse prospettiva al duro lavoro di breve periodo ed un reale substrato di azioni di marketing necessarie ai successivi processi di sviluppo infrastrutturale per il suo rilancio.

Siamo ripartiti da dove il lavoro si era interrotto: “il consorzio delle Tre Nevi” che nel 2000 aveva ottenuto un lusinghiero successo di mercato ed un largo consenso territoriale.

Far ritrovare insieme i tre pilastri dell’economia turistica aquilana, capaci di attrarre da soli circa 500.000 persone annue sul territorio: Gran Sasso, Campo Felice ed Ovindoli, è stato quasi naturale perché la formula “Tre Nevi”, pur se tecnicamente ferma, era “geneticamente” la strada che tutti quanti sapevamo di dover perseguire.

Ma la formula “Tre nevi” non era più attuale! Non bastava unire con un solo ski pass le stazioni. Era necessario aggiungere altri tre elementi: capitalizzare i plus di vantaggio rispetto all’arco alpino (valorizzare le risorse ambientali tutelate), creare un network di aziende che formassero filiera turistica al di là del solo prodotto neve; colmare, al più presto, il gap impiantistico che ci separa dalle più moderne offerte dell’arco alpino.

Nasce così il progetto dello “ski pass dei parchi” che si propone di riunire e valorizzare sotto un unico nuovo brand identitario le stazioni di sci aderenti con il loro ski pass ed il territorio protetto dei parchi che le ospita, ma, subito dopo, si dovrà trasformare in un unico brand identificativo e promozionale turistico che prende spunto dallo sci e dalla montagna, sia estiva che invernale, e punta a tutti i turismi aquilani (per iniziare quello della Progetto Stiffe con le sue consolidate 70.000 presenze annue) per arrivare a completarsi, nel tempo, con una rete di aderenti che dovrà coprire ogni area economica ed Istituzionale territoriale.

Mancava però l’ultimo elemento: la creazione di una intesa politica per la realizzazione dei presupposti necessari affinchè potessero vedere la luce quelle infrastrutture impiantistiche che avrebbero potuto realmente trasformare il nostro territorio nella più grande ski area del sud Europa.

Oggi possiamo annunciare, con orgoglio di aquilani ed abruzzesi, che ben 5 amministrazioni locali con i loro sindaci, insieme ai due Enti Parco Gran Sasso Laga e Velino Sirente, hanno sottoscritto ieri a Roma, davanti alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Presidente della Regione Abruzzo, del Presidente della Provincia dell’Aquila e del Presidente del Cnel, un articolato protocollo d’intesa per la valorizzazione delle aree di loro pertinenza per creare un vero polo turistico a vocazione naturale e fare quanto di loro competenza affinché i due progetti di collegamento “sci ai piedi” che cambieranno la storia turistica della città e del suo territorio siano realtà nel breve-medio periodo: il collegamento sci ai piedi “Monte cristo-Fossa di Paganica, Campo Imperatore” e quello “Campo Felice – Ovindoli”.

Noi aquilani che amiamo il nostro territorio, conosciamo le sue potenzialità e per questo non lo abbiamo mai abbandonato dopo il sisma, noi aquilani che abbiamo lavorato duramente per difendere il nostro lavoro crediamo fermamente che una delle strategie per la ricostruzione socio-economica ma anche urbanistica della città e del suo territorio passi per il turismo montano, perché L’Aquila non solo “torni a volare” ma “voli alto”.

A noi aquilani ricordo, comunque, che le potenzialità di un'area si esprimono sopratutto attraverso la capacità delle persone che la rappresentano, di esaltare quelle che sono le vere caratteristiche di un luogo al fine di renderle uniche.

I clienti, al giorno d'oggi, sono in grado di valutare un'offerta turistica a 360 gradi e, quindi, per valorizzare un territorio non basteranno le sole nuove infrastrutture ma sarà necessaria anche una "nuova propositività" del cittadino aquilano che riconosca nella nostra politica di valorizzazione il suo ruolo.

Auspichiamo che, insieme alle superiori amministrazioni ieri presenti a Roma, a valorizzare i frutti del lavoro fin qui svolto, ci sia la volontà di ognuno di noi di contribuire, nel proprio piccolo, a questa grande azione. Abbiamo bisogno del contributo di ogni aquilano, tassello cruciale del nostro progetto affinché la nostra terra, dopo tanta sofferenza, abbia un meritato futuro di rilancio e sviluppo, fino ad ora sempre represso, ed i nostri figli, possano goderne insieme a noi e meglio di noi.


Guarda l'intervista al Presidente V. Miconi

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