VESCOVO D’ERCOLE - Visita in Venezuela

(Nella foto: Mons. Giovanni D'Ercole con i ragazzi di Assergi) - Un altro mondo. E’ ciò che ha visto in questi ultimi giorni S.E. Mons. Giovanni D’Ercole, in visita con altri tre sacerdoti della nostra Arcidiocesi (don Sergio, don Sigi e don Nunzio) in Venezuela. E’ il mondo dell’America Latina, così diverso dal nostro, per i suoi colori, la sua cultura, il suo modo di esternare i propri sentimenti e, non ultimo, per la sua povertà. Li ho attesi al loro arrivo all’aeroporto di Caracas sabato 26 Marzo, per poi proseguire verso Caraballeda, dove i Figli della Divina Provvidenza (Orionini) vivono in un piccolo appartamento, dopo che le grandi piogge del 1999 hanno fatto piazza pulita del Cottolengo. E’ lì che passiamo la prima notte.
 Domenica mattina raggiungiamo in aereo la città di Barquisimeto. Non è facile descrivere con le parole l’accoglienza che i ragazzi del Peque o Cottolengo hanno riservato ai nostri ospiti. I tipici ritmi del Venezuela hanno accompagnato i semplici ma intensi momenti vissuti in questa struttura che accoglie 135 ragazzi e ragazze, poveri sotto diversi punti di vista. La celebrazione dell’Eucaristia è stata certamente il centro di tutta questa giornata. «Non fate lutto e non piangete! Perché questo giorno è consacrato al Signore nostro» (Ne 8,10). L’invito del profeta in questo tempo quaresimale non trova molte difficoltà ad essere accolto. Sembra davvero che qui la gioia sia connaturale a queste persone, visibilmente mancanti di tante cose che a noi europei sembrano indispensabili, ma sempre sorridenti. Lunedì 28 Marzo visitiamo l’Honim (Hogar por Ninos Impeditos) che ospita 80 bambini e bambine con handicap di diversa entità. Se un bambino è sempre capace di suscitarti tenerezza, questi lo sono doppiamente. E non possiamo che ringraziare i Padri Orionini per il preziosissimo servizio che offrono a tanti che per la società contano ben poco. Contano a tal punto ben poco che da due anni queste strutture di accoglienza non ricevono più alcun aiuto economico da parte del governo e, oggi come oggi, vivono esclusivamente della Provvidenza di Dio.
 Martedì 29 Marzo lo dedichiamo a intensificare maggiormente lo spirito di comunità. Nella mattinata ci accompagnano a Cubiro, sorridente paesino tra le montagne a sud di Barquisimeto. Rinfrescati da una gradevolissima temperatura, condividiamo il pranzo e abbiamo l’occasione di intrattenerci un po’ in un incontro fraterno, che poi continua a Barquisimeto con tutti gli Orionini presenti nelle varie realtà in questa città.
 Il giorno seguente inizia con un appuntamento importante. Dopo una breve visita alla Cattedrale, siamo ricevuti dall’Arcivescovo Metropolita di Barquisimeto. E’ l’occasione per ricercare insieme la forma più idonea per un mio servizio prolungato a favore di questa Chiesa. S.E. Mons. Lopez Castillo ci racconta un po’ della sua esperienza di pastore in questa Diocesi, soprattutto della scarsità di clero e dell’abbondanza di fratelli protestanti (evangelici), chiedendo alla nostra Chiesa Aquilana l’aiuto concreto di qualche sacerdote che possa venire a lavorare su questo territorio. Nel pomeriggio visitiamo Jebe, un quartiere periferico dove prestano un inestimabile servizio le Missionarie della Carità. Rimaniamo fortemente colpiti da quanto ci racconta una delle quattro suore, soprattutto della situazione carceraria in questo paese e della povertà che spesso riduce tante mamme a non aver nulla da dare da mangiare ai loro figli. Nel ritornare a Barquisimeto non possiamo che guardare con dolore le tante case fatte di lamiera e di fango, la grande quantità di spazzatura al ciglio delle strade e i bambini che giocano in questa sporcizia.
 Giovedì 31 Marzo Mons. D’Ercole raggiunge Caracas per incontrare il Nunzio Apostolico e poi proseguire il suo viaggio verso il Brasile. Gli altri confratelli si fermano ancora qualche giorno con me. Insieme andiamo fino a Guanare, al santuario della Madonna di Coromoto, patrona del Venezuela.
 La vigilia del loro ritorno in Italia assistiamo ad un’altra scena, purtroppo tipica da queste parti: una sparatoria lungo la strada col furto di un’automobile. Violenza e povertà camminano insieme in questa terra meravigliosa, dove i potenti cercano di imporre il miraggio socialista e i deboli continuano a vivere nell’insicurezza, nella fame e, in tanti casi, in un degrado che spaventa.
 Un altro mondo, tanto affascinante quanto povero e bisognoso, affamato soprattutto della Parola di Gesù Cristo.
 Mi piacerebbe che alcuni tra coloro che leggeranno queste poche righe potessero ascoltare nel profondo del loro cuore l’invito del Signore: “Vieni e seguimi!” magari in Venezuela!



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