Operazione Terra di Mezzo, 5 spacciatori arrestati dai carabinieri

I carabinieri della Compagnia dell’Aquila, in collaborazione con quelli della Compagnia di Avezzano, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di misura cautelare emessa dal Giudice per Indagini Preliminari di Avezzano su richiesta del Pubblico Ministero della Procura marsicana Dott.ssa Lara Seccacini, nei confronti di 5 soggetti, tutti di nazionalità marocchina ma dimoranti da anni a Celano (AQ), indagati a vario titolo di spaccio continuato in concorso di sostanze stupefacenti del tipo cocaina. Gli arresti odierni riguardano uno stralcio – trasmesso per competenza territoriale al circondario giudiziario marsicano - di un’attività d’indagine più ampia iniziata sotto la direzione del Pubblico Ministero Dott.ssa Simonetta Ciccarelli della Procura aquilana. L’attività d’indagine, svolta tra il settembre e il dicembre 2016 dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di L’Aquila agli ordini del Tenente Maximiliano Papale con l’ausilio di numerose intercettazioni telefoniche e ambientali, permetteva di individuare un’imponente sodalizio criminale, composto per lo più da soggetti di etnia albanese e marocchina, ed in via residuale da italiani del posto, dedito allo spaccio di cospicui quantitativi di sostanza stupefacente del tipo cocaina sull’intera provincia aquilana.

Lo stupefacente infatti, una volta giunto ad Avezzano, veniva distribuito oltre che sull’intera Marsica, anche sul capoluogo aquilano. L’attività d’indagine consentiva infatti di rilevare numerosi punti di contatto anche con soggetti dediti allo spaccio di stupefacente gravitanti nel sulmonese, nonché colleganze tra le piazze di spaccio di Avezzano e Celano. Presso quest’ultimo centro veniva inoltre individuato un ulteriore sodalizio criminale dedito allo spaccio di cocaina gestito interamente da cittadini di origine marocchina, colpito dagli odierni arresti. Non a caso il nome scelto per l’operazione è stato “Terra di Mezzo”, ad indicare la posizione geografica della provincia aquilana ricompresa tra quelle di Pescara e Roma, nelle quali sono stati individuati due distinti canali di approvvigionamento dello stupefacente (anch’essi gestiti da soggetti di etnia albanese), che venivano scelti alternativamente dagli indagati per rimpinguare le scorte da destinare alla piazza aquilana e marsicana.

Le attività di indagine già il 18 settembre scorso avevano portato all’esecuzione in prima battuta di una misura cautelare a carico di due componenti del sodalizio (un albanese e un aquilano), misura questa adottata dalla magistratura aquilana prima dell’invio degli atti per competenza a quella marsicana. Complessivamente sono state indagate 9 persone (2 italiani, 2 albanesi e 5 marocchini) e ipotizzati a loro carico 20 “capi d’imputazione” tra spaccio e detenzione ai fini di spaccio continuata e in concorso di sostanze stupefacenti. Nel corso delle indagini sono stati eseguiti anche tre arresti in flagranza e sette denunce in stato di libertà per reati inerenti gli stupefacenti, nonché sono stati sequestrati oltre 100 grammi di cocaina e circa 15.000 euro in contanti quale provento delle attività di spaccio. Tra gli acquirenti, inoltre, tre sono stati denunciati in quanto sorpresi subito dopo l’acquisto dello stupefacente alla guida delle rispettive autovetture in stato di alterazione psicofisica da assunzione di stupefacente.

Il sodalizio come detto riforniva l’intera provincia con particolare attenzione alla piazza aquilana a agli abitati di Avezzano e Celano. Tra i componenti spiccava quale figura di prim’ordine il cittadino albanese B. E., classe ’71, di Avezzano, primo tra gli indagati quanto a numero di episodi di spaccio e l’unico tra i destinatari della misura cautelare, ad essere gravato in prima battuta, in fase di applicazione della prima misura cautelare, dalla custodia in carcere.

Del tutto peculiare il modus operandi utilizzato nell’attività di spaccio: gli incontri tra cedente ed acquirente risultavano di brevissima durata, del tutto fugaci e limitati alla sola dazione del denaro quale pagamento dello stupefacente. Il peso medio della singola dose già confezionata era di circa 0.40 grammi, venduta agli assuntori ad un prezzo che variava dai 40 ai 50 euro.

La droga giungeva ad Avezzano dalla Capitale o dalla Provincia di Pescara

in quantitativi variabili dai 500 ad oltre 1 Kg per volta, per poi essere ceduta ai primi pusher della catena in quantitativi variabili dai 50 ai 100 grammi. Tra questi l’aquilano B.R. arrestato in flagranza di reato nel corso dell’indagine in quanto trovato in possesso di 55 grammi di stupefacente del tipo cocaina, appena acquistati ad Avezzano dal cittadino albanese sopra richiamato e da ridistribuire sulla piazza aquilana.

Del tutto autonomo invece il sodalizio celanese composto da 5 cittadini tutti marocchini, di età compresa tra i 26 e i 57 anni, tutti ormai da anni dimoranti in loco, giunti in Italia per prestare la propria opera manuale nelle campagne del fucino, e per lo più egemone in paese quanto allo spaccio dello stupefacente del tipo cocaina. Quotidiani e costanti gli spacci, preannunciati da contatti telefonici spesso criptici e eseguiti in strada per le viuzze del centro che ben si prestano alla possibilità di tenersi lontani da occhi indiscreti.

L’odierna misura cautelare (2 sottoposti agli arresti domiciliari, 2 all’obbligo di dimora nel Comune di Celano e al divieto di uscire dalle 20.00 alle 07.00, e 1 all’obbligo di presentazione quotidiano alla P.G.), eseguita dagli uomini della Compagnia di L’Aquila coordinati dal Capitano Francesco NACCA unitamente a quelli della Compagnia di Avezzano è risultata tutt’altro che agevole: i soggetti, tutti rintracciati e raggiunti alle prime ore dell’alba dalla misura cautelare, risultavano infatti soliti cambiare spesso luogo di dimora e dormire presso abitazioni diverse, motivo per cui la buona riuscita dell’operazione odierna è stata in gran parte dovuta allo svolgimento di numerosi servizi di osservazione e pedinamento nelle giornate addietro.

Durante le fasi dell’arresto di uno di loro, non sono inoltre mancate le sorprese: una volta rintracciato l’arrestato presso la propria abitazione, bussava infatti alla sua porta un probabile acquirente trovato in possesso di 2.350 euro in contanti di cui non riusciva a giustificarne la detenzione. La somma veniva subito sequestrata e sono tuttora in corso indagini volte a verificare la natura dei contatti tra l’arrestato e questo ulteriore soggetto sempre di origine marocchina, che durante la fase delle indagini non era emerso. Sempre presso l’abitazione dell’arrestato venivano inoltre rinvenuti oltre 400 grammi di sostanza da taglio e 5 dosi singole di cocaina pronte per essere spacciate del peso di circa 80 grammi cadauna.

Durante le attività d’indagine le dosi sequestrate venivano inoltre spesso anche rinvenute nella disponibilità dell’automobilista di turno sottoposto a controllo, in quanto sorpreso ad acquistare lo stupefacente. In molte occasioni le dosi non venivano addirittura rinvenute perché consumate immediatamente dagli acquirenti all’interno dell’abitacolo della propria autovettura subito dopo l’acquisto. In questi casi il conducente del mezzo veniva sottoposto ai previsti esami clinici e, una volta trovato positivo alla cocaina, denunciato per “guida in stato di alterazione psicofisica da assunzione di sostanze stupefacenti”.

Sotto questo aspetto del tutto positivi si sono rivelati i riflessi che l’attività d’ indagine ha avuto sulla tutela e salvaguardia della circolazione stradale dagli incidenti, essendo ben noti i gravi effetti collaterali e i riflessi negativi sulla capacità di guidare automezzi che l’assunzione di tale tipo di stupefacente comporta.

 



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