Esplorazione speleologica e ricerca scientifica chiaro esempio di collaborazione interdisciplinare

Mercoledì 6 dicembre, presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, nodo abruzzese della rete INFN-CHNet (Culture Heritage Network) dedicata alle misure applicate sui beni culturali, si terrà un workshop dal titolo “Mavrovo Caving Project”.  In questa occasione verranno presentati e discussi i risultati delle indagini finora effettuate da una collaborazione tra CHNet, Università Carlo Bo di Urbino ed Università Dell’Aquila, sui reperti rinvenuti nelle grotte macedoni. In particolare la rete CHNet attraverso i nodi dei Laboratori del Gran SassoFirenze e Catania, si è occupata della datazione di reperti quali antiche ceramiche e resti umani rispettivamente tramite termoluminescenza e radiocarbonio. L’agenda prevede inoltre un intervento sulla ricostruzione 3D degli ambienti in sotterraneo con l’utilizzo di Laser Scanner e droni ed una presentazione sulla biospeleologia.
La rete CHNet è stata presentata al piano Triennale INFN a Cagliari, due giornate per discutere i principali aspetti della politica scientifica dell’Ente. In questo contesto è stata presentata per la prima volta dalla sua approvazione la struttura della rete CHNet. Il coordinatore ha presentato le regole di ingaggio per l’afferenza dei nodi e la suddivisione in gruppi di lavoro funzionali allo svolgimento delle varie attività della rete. 
 
Grazie alle relazioni allacciate dal Centro di Speleologia di Montelago con speleologi macedoni, nell’estate 2016 è stata fatta una prima  esplorazione in un promettente altopiano carsico situato  nella parte centrale della Macedonia. Seguendo le indicazioni degli speleologi locali sono stati riscoperti antichi siti che, in seguito, si sono rivelati di grande interesse scientifico. Durante il primo viaggio si sono inoltre instaurate relazioni con le autorità locali e nazionali che hanno permesso una seconda missione lo scorso agosto. Mercoledì 6 dicembre, presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, nodo abruzzese della rete INFN-CHNet (Culture Heritage Network) dedicata alle misure applicate sui beni culturali, si terrà un workshop dal titolo “Mavrovo Caving Project”.  In questa occasione verranno presentati e discussi i risultati delle indagini finora effettuate da una collaborazione tra CHNet, Università Carlo Bo di Urbino ed Università Dell’Aquila, sui reperti rinvenuti nelle grotte macedoni. In particolare la rete CHNet attraverso i nodi dei Laboratori del Gran Sasso, Firenze e Catania, si è occupata della datazione di reperti quali antiche ceramiche e resti umani rispettivamente tramite termoluminescenza e radiocarbonio. L’agenda prevede inoltre un intervento sulla ricostruzione 3D degli ambienti in sotterraneo con l’utilizzo di Laser Scanner e droni ed una presentazione sulla biospeleologia.
La rete CHNet è stata presentata al piano Triennale INFN a Cagliari, due giornate per discutere i principali aspetti della politica scientifica dell’Ente. In questo contesto è stata presentata per la prima volta dalla sua approvazione la struttura della rete CHNet. Il coordinatore ha presentato le regole di ingaggio per l’afferenza dei nodi e la suddivisione in gruppi di lavoro funzionali allo svolgimento delle varie attività della rete.
 
Il video che segue mostra la spedizione 
Interessanti anche i reperti rinvenuti a  “Grotta a Male” di Assergi 
La grotta si sviluppa per 470 metri e fu esplorata per la prima volta nel 1573 da Francesco De Marchi, che la descrisse nel suo "Trattato di architettura militare", insieme alla narrazione della sua scalata alla vetta più alta dell'Appennino. A partire dagli anni '30 sono state effettuate campagne di scavo che hanno portato alla luce stratigrafie complesse riferibili al Neolitico, all'Eneolitico ed all'Età del Bronzo. La grotta è stata anche usata come luogo di culto per cerimonie sacre, come spesso accadeva per le divinità rupestri che venivano venerate all'interno delle grotte o in prossimità di sorgenti ritenute sacre.
Segue il video: 
"Grotta A Male" 15 -11-15 Gruppo Grotte e Forre by Francesco Trifoni
 
 



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