WOJTYLA: L'AQUILA GLI DEDICA UN SANTUARIO ALLE PENDICI DEL 'SUO' GRAN SASSO

Un santuario a lui dedicato nel cuore del Gran Sasso. L'Aquila vuole cosi' ringraziare Giovanni Paolo II per le tante volte che, in gran segreto, ha visitato quelle montagne tanto simili alle natie polacche, raccogliendosi in preghiera proprio nella chiesa di San Pietro alla Ienca, alle pendici del massiccio montuoso abruzzese. E per ringraziare l'ormai ''beato'' della protezione che, nel dramma del terremoto, ha dato e da' alla citta' per consentirle di rialzarsi. San Pietro alla Ienca e' uno dei 99 borghi che, alla fine del 1.200, diedero vita, unificandosi, alla citta' dell'Aquila. L'edificazione della sua chiesa risale probabilmente a molto tempo prima e lo testimonia l'affresco di San Cristoforo gia' sottoposto a restauro in quell'epoca.

Giovanni Paolo II fu visto per la prima volta da Pasquale Corriere, politico locale che abitava nelle vicinanze della frazione di Camarda e poi fondatore dell'Associazione culturale ''San Pietro alla Ienca'', il 29 dicembre del 1995.

Corriere, racconta all'ASCA, si accorse di un certo movimento di macchine intorno al luogo di culto. Riconobbe allora, nel mezzo che li riportava in Vaticano, il segretario personale del Pontefice, monsignor Stanislaw Dziwisz, immancabile figura al suo fianco, e poi lui, il Santo Padre. Dziwitsz confessera' successivamente a Corriere, di cui nel frattempo era diventato amico, che Carol Wojtyla ben 10 volte era stato sui monti aquilani. Qui aveva camminato, fatto lunghe discese con gli sci ai piedi, quando la salute ancora glielo consentiva, ed aveva pregato nella piccola chiesa. Corriere rimase folgorato da quella presenza e promosse cosi' la nascita dell'Associazione per valorizzare l'antico borgo e per consentire a tutti i fedeli di ritrovarsi sulla tracce del Santo Padre. Nel 1999 venne messa e dimora una stele, benedetta dal vescovo dell'Aquila, Giuseppe Molinari, in cui, su conferma della prefettura vaticana, si diceva che il Papa aveva sostato in quel posto diverse volte. Da allora, nella chiesa di San Pietro alla Ienca ogni anno si celebra una festa medievale cui prendono parte migliaia di persone e di devoti. Nel 2005 furono inaugurati il ''sentiero Wojtyla'' e la ''cima Giovanni Paolo II'' in quella zona del Gran Sasso a lui cosi' cara. Le ripetute visite del Pontefice sono testimoniate anche dalla sua firma nel libro-registro posizionato all'ingresso della chiesetta. Il cardinale Dziwisz torno' successivamente con altri alti prelati e dalla Polonia porto' una campana, ricavata dal materiale di una piu' grande andata distrutta. L'ultima volta, Corriere ha visto il religioso 5 mesi fa. Hanno pranzato insieme laddove era solito sostare il Santo Padre. Don Stanislao, come vuole essere chiamato, ha assicurato che sara' alla Ienca per benedire il santuario ''Giovanni Paolo II''. E l'ora e' giunta.

La Diocesi aquilana ha acconsentito a consacrare la chiesa a santuario e lo fara' con molta probabilita' il prossimo 18 maggio, giorno di nascita di papa Wojtyla. Intanto, domani sera comincera' il tributo della comunita' aquilana al ''suo amico Papa'', attraverso una parallela partecipazione alla cerimonia di beatificazione. Ci sara', a San Pietro alla Ienca, una lunga veglia nella notte di sabato fino al giorno successivo, quando i fedeli assisteranno da un maxi schermo alla solenne celebrazione di Roma. Karol sara' idealmente con loro. Nella chiesetta della Ienca si trova infatti una grande statua, opera dell'artista Bacci, che l'Associazione, attraverso iniziative di solidarieta' e con grandi sacrifici, e' riuscita ad acquistare. Una preziosa raffigurazione, assai somigliante al Pontefice che, prima itinerante, si e' fermata sui monti abruzzesi. ''Il Santo Padre continua a vegliare su di noi - dice convinto Pasquale Corriere, a conclusione del suo racconto - Ci aiutera' anche a far ripartire la nostra economia, perche' il turismo religioso puo' essere una grande occasione di sviluppo''. Ma occorre pure l'impegno degli uomini (politici ed istituzioni) per dotare il borgo delle necessarie strutture ricettive senza alterare l'identita' culturale ed architettonica del bellissimo centro montuoso.

Corriere non si stanca di lanciare appelli. In tanti, all'Aquila, considerano ormai Wojtyla il vero protettore del territorio. Perche' in tanti sono convinti che il terremoto avrebbe fatto molte piu' vittime se lassu' non ci fosse stato il grande cuore del papa con gli sci, del papa del Gran Sasso, a proteggere la comunita' locale.



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