Le frazioni al Comune «Ignorati i piani di ricostruzione»

Lo scontro si è consumato quando l’assemblea cittadina di mercoledì in piazza Duomo era giunta quasi al termine. Il presidente degli usi civici di Tempepera Sergio Iovenitti che è anche il coordinatore del comitato che ha redatto il piano di ricostruzione ha strappato davanti agli occhi dell’assessore Pietro Di Stefano alcuni documenti del piano per ricostruire il paese.
 Una protesta eclatante seguita da accuse di immobilismo da parte del Comune per quanto riguarda i centri storici delle frazioni che il sisma ha completamente cancellato (in particolare Tempera, Paganica, Bazzano, Onna, San Gregorio, Pescomaggiore). Tempera, grazie al lavoro di persone del posto in collaborazione con una importante università italiana, ha fatto tutto il lavoro (che avrebbe dovuto fare il Comune) e ha messo a punto una ipotesi di piano che il Comune avrebbe dovuto recepire ed eventualmente approvare. Ma, ha affermato Iovenitti, i funzionari del Comune avrebbero detto direttamente a lui, e anche a brutto muso, che non c’è bisogno di piani di ricostruzione né per Tempera né per le altre frazioni. Una posizione confermata anche dall’assessore Pietro Di Stefano (foto in alto) il quale alla domanda se i piani di ricostruzione delle frazioni servono o no ha risposto in maniera argomentata e di fatto ha detto no. E che ci sia ritrosia da parte del Comune lo dimostra anche il fatto che il piano di ricostruzione di Onna pagato dall’ambasciata tedesca e consegnato ufficialmente a Cialente e Di Stefano il 6 aprile alla presenza di Gianni Letta, dopo 40 giorni giace ancora in qualche cassetto in attesa di finire nel cestino o nella migliore delle ipotesi in attesa che qualcuno se lo giochi a dadi durante la campagna elettorale. E sarà una figuraccia mondiale.




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