GLI ALPINISTI DI VIA PANISPERNA

- di Gianni Battimelli* -

Estratto dal libro "Febbario 1929 L'ultima ascensione di Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti"
 


In quegli anni, siamo in pieno ventennio fascista, nelle nuove generazioni le capacità intellettuali e culturali, non potevano prescindere da una valentia fisica e ardimentosa. Negli ambienti universitari, frequentati da persone provenienti perlopiù da famiglie facoltose, i giovani spesso erano legati da passioni comuni. La montagna e l’alpinismo erano il collante tra i “ragazzi di via Panisperna” a Roma e tutti coloro i quali gravitavano in quel mondo scientifico del periodo in questione.
Ricordando i contatti avuti in gioventù con l’ambiente scientifico romano, in particolare con Enrico Fermi, Mario Salvadori ricorda: “Durante le nostre ascensioni nei dintorni di Cortina, Edoardo Amaldi mi parlava spesso dell’atmosfera di incredibile entusiasmo che regnava nell'istituto di Fisica, degli straordinari giovani del gruppo di Fermi e soprattutto dello stesso Fermi, che considerava un genio. Edoardo era un essere sorridente: gli occhi sorridevano dietro le grosse lenti dei suoi occhiali e le labbra nella sua rosea faccia da cherubino. Era un buon rocciatore, ma fin da allora si era dato tutto alla fisica e non aveva tempo per dedicarsi alla roccia con l’impegno richiesto per diventare un accademico del Club Alpino Italiano. Avevamo in mente cime diverse”.




 



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