Due giornalisti ad honorem tenuti a “battesimo” da Guido Polidoro

- di Federica Farda -

 

Due giornalisti ad honorem tenuti a “battesimo” da Guido Polidoro. Nel corso della cerimonia di consegna del Premio Polidoro, giunta alla XVII edizione, e quest’anno svoltasi nella sala ipogea del Consiglio regionale a palazzo dell’Emiciclo, il presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, Carlo Verna, ha dato la tessera all’avvocato aquilano Attilio Mara Cecchini ed idealmente anche ad Antonio Megalizzi.

Se l’onore riservato al principe del foro del capoluogo abruzzese era stato concordato da alcuni giorni, l’omaggio ad Antonio Megalizzi è avvenuto “in diretta” appena il presidente ha dato la notizia ai presenti in sala della sua morte nell’ospedale di Strasburgo. Megalizzi, 28 anni, non ancora pubblicista, era il ragazzo trentino rimasto gravemente ferito lo scorso martedì 11 dicembre nell’attentato al mercatino di Natale della città francese. A Strasburgo inseguiva il suo sogno quello di diventare giornalista e per questo collaborava con una radio universitaria occupandosi dell’attività degli eurodeputati al Parlamento europeo. Un sogno interrotto da una pallottola e che il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine, Carlo Verna, ha voluto realizzare postumo conferendoli la tessera n. 00000. La decisione è stata ufficializzata a L’Aquila mentre parlava delle regole per essere un buon giornalista, le stesse che valgono sia per la carta stampata, che per la radio televisione, e l’web, ossia il controllo della veridicità delle fonti anche a discapito della tempistica. Se la tessera che si consegnerà alla famiglia di Antonio Megalizzi è stata concepita nel capoluogo abruzzese, una tessera reale n. 00000, di giornalista professionista è stata, invece, consegnata di persona all’avvocato aquilano Attilio Mario Cecchini per dieci anni giornalista in Venezuela come fondatore e vicedirettore della Voce d’Italia e corrispondente di Paese Sera. Quasi un paradosso per lui, uomo di legge, avere il tesserino del Paese sudamericano da giornalista e non quello delle Stato in cui è nato nel 1925 e dove ha sempre risieduto, salvo la parentesi di dieci anni in Sudamerica. Un “paradosso” sanato con una rivincita: è la seconda persona in Italia ad aver ricevuto il tesserino da giornalista honoris causa.

Per la cronaca del premio, invece, quest’anno le targhe sono andate a Piero Papa per l’articolo “La volpe rossa”, Ivan Masciovecchio con “La lunga marcia del mercato della terra” pubblicati rispettivamente su Focus Wild e Tesori d’Abruzzo. Il vincitore è stato Giampiero Di Federico con il servizio “L’eremo di San Bartolomeo” trasmesso dalla testata giornalistica regionale della Rai. Menzioni speciali anche per Mattia Fonzi (Virtuquotidiane.it), Silvana Ferrante (Rai Abruzzo) e Anna Di Giorgio (Rete 8).



 



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