La Corte d'Appello si è pronunciata sulla assoluzione per la tragedia del Gran Sasso

I giudici della Corte d'Appello si sono pronunciati con le motivazioni che hanno portato ad assolvere per la seconda volta Antonio Paolo Scimia, assistito dagli avvocati Ferdinando Paone e Lanfranco Massimi.
"Si è trattato di un accompagnamento per amicizia, i due amici affrontarono quell'avventura in modo gravemente superficiale, con una scarsa capacità di entrambi e quindi Scimia non poteva rappresentare un punto di riferimento per il proprio compagno".
La tragedia con la morte dell’escursionista aquilano Massimiliano Giusti, è avvenuta il 25 febbraio del 2012 sul Gran Sasso, inghiottito dalla bufera e dalla visibilità pari allo zero che non gli avevano lasciato scampo, dopo un volo di decine di metri nella Valle dell’Inferno.
Giusti era partito insieme con all’altro escursionista, il 34enne aquilano Paolo Scimia, riuscito miracolosamente a salvarsi, dopo avere dato l'allarme. Scimia aveva cercato riparo prima al rifugio Garibaldi, dove non era riuscito ad entrare, e poi in quello Duca degli Abruzzi. Dopo l'allarme di Scimia, i soccorritori erano riusciti a parlare con Giusti, ma l'uomo non era stato in grado di fornire con esattezza la sua posizione.

 



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