Le Clarisse sono tornate nel monastero restaurato di Paganica

- di Federica Farda -

 

A poco meno di un mese del Decennale del sisma, le suore di clausura della Beata Antonia e la comunità di Paganica riconquistano un pezzo di normalità. Ieri l'arcivescovo metropolita, cardinale Giuseppe Petrocchi ha benedetto il restaurato monastero delle suore clarisse di Santa Chiara, struttura crollata il 6 aprile 2009 seppellendo l'allora madre badessa suor Gemma Antonucci. E il pensiero ieri era costantemente rivolto a lei e a tutte le altre 308 vittime del tragico evento durante la funzione religiosa che il presule ha celebrato nella contigua chiesa di San Bartolomeo appositamente in loro suffragio.
«Ripartiamo da qui, questa è la nostra storia dice suor Rosa Maria mentre accoglie i tanti fedeli che affollavano ieri la cerimonia in portineria del riconsegnato monastero. Lei dietro di un basso divisorio di legno, simbolo di clausura, con alle spalle un crocefisso che risultava sulla parete riportata a mattoni. A fianco una vetrinetta a tre piani: il posto d'onore occupato da una Bibbia ritrovata 9 mesi dopo tra le macerie. I soffitti con mattoni a vista, le nuove pareti dipinte a mano dalle stesse suore con immagini e versi sacre. Tra i tanti fedeli notati ieri anche la famiglia dei Bersaglieri di Pontirolo (Bergamo) che le ha adottate in questi anni collaborando con i vari lavori di piccola sistemazione esterna ed interna.
La comunità monastica, che attualmente comprende otto suore di clausura, dunque, da ieri ha lasciato il piccolo monastero di legno, costruito all'indomani del sisma in quel che era l'orto del convento e frutto di una raccolta fondi promossa da Tele Pace. Si è trasferita negli adiacenti e più comodi locali dell'ex convento di Sant'Antonio, proprietà dei frati francescani che avevano messo a disposizione delle consorelle sin dal 1997, anno in cui lasciarono la loro residenza storica di via Sassa nel centro del capoluogo abruzzese: quel monastero dell'Eucarestia trovato e creato nel 1447 dalla fondatrice della comunità, la beata Antonia da Firenze.
I nuovi locali sono stati restaurati dalla ditta teramana Blu Appalti, lavori che sono stati lunghi e complessi, come spiegano i responsabili della società edilizia, poiché le condizione dello stabile, in cui è avvenuto il crollo del piano superiore, erano precarie. Le clarisse sono tornate a casa, seppur, non nella totale interezza di tutto il complesso monastico paganichese. E' ancora da appaltare il secondo lotto della chiesa principale, quella di Sant'Antonio.

Terre-Motus: Filmato post terremoto creato interamente dalle Sorelle Clarisse di Paganica (Aq).


 



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