Le Richieste di Camarda

GLI APPARTENTI ALLA COMUNITA’ DI CAMARDA
C/O campo tenda locale.

ALLA PROTEZIONE CIVILE
Progetto C.A.S.E.
C/O DICOMAC
Via Fiamme Gialle- Coppito (AQ)
e, per conoscenza:

AL SINDACO DI L’AQUILA
ALL’ENTE PARCO “GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA”

In considerazione dell’evolversi degli eventi postumi al sisma del 6 aprile, si è ritenuto doveroso inviare questa missiva a Codesta Protezione Civile affinché l’opera di assistenza e ricostruzione possa rispondere meglio alle esigenze della comunità di Camarda. Essa non riveste alcuna finalità politica ma è suffragata da legittime istanze che allo stato dei fatti vanno necessariamente messe all’attenzione degli Enti in indirizzo.

Camarda come noto, ha subito gravi danni dal recente sisma, sia dal punto di vista architettonico, urbanistico e sociale. Ma fin qui niente di nuovo; sono conseguenze comuni ad altri paesi del cratere.

Quello che però è peculiare della nostra frazione è la sua posizione nonché, la sua tribolata storia amministrativa legata al piano regolatore. E’ sotto gli occhi di tutti che l’unica zona adatta allo sviluppo urbanistico, era quella denominata “Casalecchie”. Ma l’assenza di una strada ed altri intoppi politico-burocratici, hanno sempre dissuaso la popolazione residente dal poter presentare un progetto di realizzazione di unità abitativo o quant’altro.

Il resto della zona edificabile è collocata nella parte più alta ed impervia del paese, dove ovviamente non è mai stato possibile concepire la costruzione di alcunché.

Ora, gran parte di Casalecchie è stata espropriata per la realizzazione delle unità abitative degli sfollati dal terremoto. I moduli abitativi, “intravisti” sulle pagine di giornale, per come sono stati concepiti e saranno realizzati, hanno suscitato e suscitano molte perplessità negli animi dei componenti di questa comunità.

La prospettiva che si manifesta a noi camardesi è quella che ci vede ormai privati di una zona edificabile per far posto ad abitazioni che, così come vengono presentate sui media, appaiono poco consone al contesto paesaggistico dove saranno collocate ma che, di fatto, recheranno non poco nocumento ad esso.

Lungi dal nostro intento di strumentalizzare e contestare l’opera di assistenza che la Protezione Civile sta portando avanti nel miglior modo possibile e lungi dal voler creare insensati e pretestuosi conflitti con codesto Ente: chiediamo solo che gli incaricati per la ricostruzione, possano valutare seriamente e con ogni possibile sforzo, l’installazione di fabbricati diversi da quelli messi in cantiere che, comunque senza aggravio di ulteriori oneri, più si adatterebbero all’aspetto paesaggistico della zona, senza doverne penalizzare l’efficienza ed il comfort. Siamo pronti ad un dialogo aperto e costruttivo sulla vicenda che, a parere non solo di noi camardesi, è certamente legittima.

Riteniamo inoltre profittevole un confronto diretto e costruttivo, secondo i dogmi del vivere civile ed il senso delle istituzioni che, in prospettiva futura, potrà essere foriero di un rapporto collaborativo più ampio tra la popolazione camardese e gli enti in indirizzo.

In ultimo, ma non per ordine d’importanza, si ribadisce che dall’esito delle decisioni prese dipenderà sicuramente gran parte del futuro abitativo della frazione e che, se di rinascita dovrà parlarsi, tanto vale farlo nel senso più ampio possibile del termine.

Grazie per l’attenzione.



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