Per non dimenticare Paganica

Per non dimenticare "Paganica" la frazione più grande dell'Aquila nel suo primo decennio da quel terrificante 6 Aprile 2009. Un terremoto può scatenare una forza distruttiva che lascia silenzio e vuoto. Le parole si spengono e lasciano spazio ad immagini di distruzione e paura... perché il nostro cuore non è fatto di pietra. La pietra può anche andare in frantumi.... ma il cuore no. Il crollo delle case, la distruzione dei luoghi di culto, il terrore negli occhi dei residenti è solo l’inizio: in una situazione di pericolo senza via di fuga si creano le condizioni per il trauma. Una reazione emotiva che si sedimenta nella coscienza e condiziona il futuro e la serenità delle persone che la subiscono. Sicuramente ci fu tanta solidarietà con le zone colpite dal sisma. Ma Paganica, con i suoi circa cinquemila abitanti, era una delle frazioni più popolose dell'Aquila. Il terremoto l'ha colpita con violenza, danneggiando tutta la parte centrale, le chiese, le abitazioni ed i monumenti. Per la sua ricostruzione fu subito decretato un intervento di estrema urgenza, partito dalle zone periferiche per poi andare verso il centro. Come fu decretato per tutti i paesi gravemente colpiti dal sisma. A Paganica luogo di culti religiosi, forse si intravedono ancora le luci allestite per la Santa Pasqua che si sarebbe festeggiata la settimana successiva all'apocalisse. Ora questo luogo, nonostante ci siano ancora cantieri in atto, possiamo vederlo più luminoso, con i muri delle case ricostruite, sfavillanti di colore, Anche i monumenti principali ora saranno stati tutti ristrutturati attraverso interventi imponenti e significativi....perche il sisma li aveva fortemente violati. In fondo in fondo l'unica cosa bella che era rimasta inviolata a Paganica, nonostante l'immenso disastro é stata sicuramente la favolosa vista sul Gran Sasso, il quale per l'occasione svettava in maniera ancora più apprezzabile sul disastrato panorama e che si scontrava pesantemente con la tristezza infinita delle case semidistrutte insieme alla disperazione dei suoi abitanti, i quali sicuramente increduli, non erano avvezzi a quelle assurde immagini. La zona rossa di Paganica con il suo colle parte storica del borgo, è rimasto come dieci anni fa. Le luminarie di quella vigilia di Pasqua testimoniano la tristeza di una ricostruzione mancata.

- foto di Wilma Guetti e Marino Pasqua -

- testo scritto da Norma Iannacone -



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