Una precisazione storica sulla Corsa del Cappello

In relazione all’articolo sulla “Corsa del Cappello” ci sono pervenute delle precisazioni da Claudio Panone:

Alla fine del Settecento, in occasione della festa di S. Antonio Abate (17 gennaio), dopo la S. Messa, si teneva la benedizione degli animali, bardati con drappi colorati, che sfilavano davanti alla chiesa di S. Maria degli Angeli detta anche di S. Antonio.

Nel pomeriggio venivano effettuate due manifestazioni: la Corsa degli asini e la Corsa dei cappelli.

·       La Corsa degli asini, senza limitazione di concorrenti, era una gara, su una distanza di circa 450 metri, con partenza dall’edicola di S. Vincenzo Ferreri ed arrivo alla Croce del Monterone (nei pressi della chiesa di S. Antonio).  Al vincitore, come premio, toccavano quattro ferri d’asino.

·       Alla Corsa dei cappelli partecipavano dieci ragazzi (con la camicia fuori dei calzoni e sorretta dal “cinturino”) che partendo dalla Casa Bonaventura (successivamente chiamata Casa di Milucciu), dopo un percorso di circa 400 metri, raggiungevano e toccavano la Croce del Monterone. Ai primi due classificati veniva dato un cappello come trofeo.

Non era una gara a staffetta e non partecipavano i rioni!

La Corsa dei cappelli, dopo circa due secoli fu riproposta, nel gennaio 1973, per tre anni, in occasione della Sagra dei fagioli.

La Corsa del cappello, così com’è oggi, gara di corsa a staffetta composta di quattro atleti per ogni rione di Paganica (Colle, Piazza, Pietralata, Scarazze o S. Antonio) fu proposta a partire dal 1995, per tre anni, in occasione della Festa della trebbiatura.

Il percorso, adattato alla “Passeggiata per le vie di Paganica” si snodava per i vicoli caratteristici della cittadina paganichese ed aveva una lunghezza di km. 2,7.

Il percorso era stato scelto anche per valorizzare i numerosi angoli nei quali contemporaneamente venivano riproposte le antiche tradizioni contadine.

Non avendo i rioni stemmi e colori rionali storici gli organizzatori della manifestazione (Associazione Culturale “Il Moro”) scelsero (senza nessun riferimento dettato dalla storia) i colori: bianco-rosso per il Colle, bianco-azzurro per Piazza, giallo-blu per Pietralata, verde-viola per S. Antonio.

Di riferimento storico c’era solo il colore bianco-rosso, il colore dello stemma di Paganica, il quale fu assegnato al nucleo più antico attorno al quale si sviluppò il paese, cioè al rione Colle.

 

E’ importante, inoltre, non confondere storicamente la “Corsa dei cappelli” con la “Corsa del cappello”, riservata ai ragazzini, tra il Seicento e il Settecento, nel giorno della Festa dell’Assunta (15 agosto), quando gli adulti correvano Il “Palio della Lotta” (per la conquista di un drappo costituito da una stoffa in tela o seta).  Il ragazzino vincitore della Corsa del cappello era premiato con un paio di calze o con un cappello.

Claudio Panone

(già presidente dell’Associazione Culturale “Il Moro”- Paganica)


 



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