Ci ha lasciati Andrea Camilleri, ai LNGS ha trovato “l’infinito a portata di mano”

Ci ha lasciati Andrea Camilleri, un grande scrittore, un grande Italiano. Dopo una sua prima visita ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso nel 2003 da lui definita “una delle visite più emozionanti della mia vita”, lo scrittore è tornato ancora a trovarci nel 2007 dichiarando: “mai come lì, sottoterra, in un ambiente chiuso, ho provato la sensazione vertiginosa di avere l’infinito a portata di mano”.

Lo stesso Camilleri in un articolo pubblicato nel 2007, sulla rivista scientifica "asimmetrie" dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, racconta la sua esperienza ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso:

"La prima volta accolsi con entusiasmo l’invito a visitare i laboratori del Gran Sasso. Ci entrai, lo confesso, con un certo batticuore che si accentuò non appena mi resi conto della vastità incredibile di quei laboratori sotterranei. La prima impressione che ne ebbi fu quella di vedere tre enormi cattedrali viventi messe l’una accanto all’altra. Io, che non sono credente, ne ebbi come un senso di religiosità laica. Tanto che, fumatore accanito come sono, spontaneamente, per rispetto, mi passò la voglia d’infilarmi una sigaretta in bocca, non avevo bisogno d’obbedire ai grandi cartelli sui quali c’era scritto ch’era vietato fumare. Mentre mi parlavano delle ricerche in corso, tra le quali una che avrebbe spedito dei neutrini da Ginevra, io mi incantavo dietro agli stupendi nomi coi quali venivano designate le varie ricerche, nomi certamente attinenti alle diverse specificità, ma che mi aprivano la fantasia, me la liberavano, mi trasformavano le grandi apparecchiature in immense suggestioni in grado di trasportarmi in un fantastico viaggio verso il Sole e le stelle, assai più che delle comuni astronavi. Da lì a poco mi trovai commosso fino alle lacrime. Fu quando mi venne spiegata l’importanza fondamentale di una certa quantità di piombo ritrovata in una nave romana affondata oltre duemila anni fa: quell’antico piombo aveva permesso di studiare meglio i neutrini. In quel momento compresi che dentro quel laboratorio era il tempo stesso a concretizzarsi, a rappresentarsi interamente nel suo passato, nel suo presente e nel suo futuro. Ci sono tornato una seconda volta, mi hanno fatto vedere la gigantesca apparecchiatura per la ricerca dei neutrini ormai in pieno corso, ancora una volta non ho avuto nessuna voglia di fumare. Mi sono ripromesso di tornarci almeno una terza volta. Perché? Perché mai come lì, sottoterra, in un ambiente chiuso, ho provato la sensazione vertiginosa di avere l’infinito a portata di mano".

Anche l’Ateneo aquilano ricorda con affetto Andrea Camilleri, figura di primissimo piano nel panorama della cultura italiana contemporanea. LUniversità dell’Aquila conferì ad Andrea Camilleri la Laurea Honoris Causa in Psicologia applicata, Clinica e della salute con indirizzo in Psicologia Applicata all’Analisi Criminale il 3 maggio 2007, nell'aula magna "Vincenzo Rivera", Palazzo Camponeschi.
"Le condizioni sempre critiche di questi giorni si sono aggravate nelle ultime ore compromettendo le funzioni vitali - si legge nel bollettino dell'ospedale -. Per volontà del maestro e della famiglia le esequie saranno riservate. Verrà reso noto dove portare un ultimo omaggio".
Sono pochissimi gli scrittori veri che, oltre a diventare popolari per i loro libri, riescono ad essere amati anche come personaggi. Andrea Camilleri, morto a 93 anni, era uno di questi e ha usato questa sua forza mediatica per raccontare di sé e del suo amato commissario Montalbano, ma soprattutto per intervenire sul sociale, per cercar di far arrivare ai suoi lettori, che sono tantissimi, alcune idee base di democrazia e eguaglianza e dignità che sapeva bene oggi purtroppo non sono più da dare per scontate.
La sua importanza come artista e intellettuale è stata proprio in questo costante impegno nella scrittura legata alle idee (si vedano un libro quale 'Come la penso' del 2013 o le sue prese di posizione sul governo Berlusconi e oggi verso Salvini), proposte con la sua aria bonaria ma anche con un preciso vigore, con quel guizzo negli occhi che rende vero e vitale quel che si sta dicendo, senza perdere forza nemmeno ora che gli occhi gli si erano spenti. E i modi per dirlo, oltre a quelli diretti delle interviste su temi caldi del momento, sono anche quelli dei romanzi, in particolare quelli costruiti su influenza di Sciascia partendo da un avvenimento storico del passato più o meno recente, ma tutti alla fine incentrati sul nodo dei rapporti tra potere e malavita organizzata.


 



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