Due defibrillatori sul Gran Sasso in memoria di Giuseppe Ioannucci

Una vita per la vita: questo potrebbe essere il senso del secondo e terzo defibrillatore donati dalla famiglia di Giuseppe Ioannucci nel trimestrale anniversario dell'improvvisa morte dell'alpinista. Era il 25 aprile un giovedì, proprio come ieri, quando l'imprenditore lasciava per sempre il suo cuore tra i suoi amati monti. E ieri i genitori, la moglie, la figlia, i fratelli Domenico e Christian, lo hanno voluto ricordare a pochi metri da dove lui si è fermato per sempre iniziando a cardioproteggere il Gran Sasso. I primi defibrillatori, nell'Aquilano, oltre i 2000 metri collocati rispettivamente alla stazione della Funivia di Campo Imperatore e all'Ostello Lo Zio. Sono 16, così, nel comune aquilano le postazioni cardioprotette nell'ambito dalla campagna Azimut che si prefigge di assicurare il tempestivo intervento per problemi cardiaci.
Molto partecipati e commoventi i due diversi momenti di consegna, e poi di dimostrazione pratica di utilizzo, sia da parte di familiari e amici che di autorità.
Hanno partecipato all'installazione anche il consigliere comunale dell'Aquila, Francesco De Santis, l'amministratore unico del Centro turisitico Gran Sasso, Dino Pignatelli,  il dottor Carmine Maccarone, cardiologo aquilano, il presidente dell'associazione Azimut, Alessandro Maccarone,  il tenente colonnello dei carabinieri forestali Sonja Placidi, il luogotenente del Nono Reggimento Alpini, Fabrizio Marrelli, il presidente del Club Alpino Italiano (Cai) dell'Aquila, Vincenzo Brancadoro, il direttore della scuole di escursionismo del Cai Felice Flati, il direttore della scuola sci Assergi Gran Sasso, Luigi Faccia e il presidente Specialisti dello Sport (Sds) Cristiano Carpente.


Emozionata era il tenente colonnello dei Carabinieri Forestali Sonya Placidi che ha ricordato il sacrificio di un loro collega, negli stessi giorni, colto da malore in macchina in autostrada proprio mentre si recava al lavoro e, purtroppo, l'assenza di soccorsi immediati come l'uso di un defibrillatore. Il dottor Maccarone dell'Azimut ha ricordato che l'uso corretto e celere di un defibrillatore può contribuire a salvare anche il 70 % dei 200 casi mortali che in media si verificano giornalmente in Italia. Condizione necessaria, naturalmente, è che il macchinario riavvia cuore sia sempre efficiente e per questo occorre che la spia sia sempre verde «ma questo ha detto chiunque lo può segnalare». Il defibrillatore installato alla stazione di arrivo della Funivia rientra in un progetto pilota: per la prima volta in Italia la Edimo ha realizzato una speciale teca coibentata in grado di resistere ai 40 gradi sotto zero quando normalmente la tenuta è assicurata fino ai meno dieci. In caso di utilizzo, anche se la famiglia Ioannucci si è augurata che il dono non serva, Maccarone, durante la dimostrazione, ha raccomandato che le piastre siano a diretto contatto della pelle del torace: per questo la teca è dotata di un paio di forbici per tagliare gli abiti.


Federica Farda

foto di Gianfranco Cocciolone


 



Condividi

    



Commenta L'Articolo