Tributo a Giulio Ciccone e novità Giro 2020 e 2021

L’omaggio a Gimondi in una tappa aquilana che rievocasse quella della sua prima partecipazione al Giro d’Italia, il prossimo anno non si farà: tutto rimandato all’edizione 2021. Parola di Maurizio Formighetti, delegato Rcs in Abruzo e organizzatore delle tappe e tracciati Rosa in regione. <Dopo due anni che hanno visto l’arrivo della classica corsa a tappe in altura e, precisamente nell’aquilano, nel 2020 abbiamo accontentato il lato adriatico della regione>. Così ha anticipato l’organizzatore intervenuto l’altra sera nel tributo a Giulio Ciccone, l’unico ciclista abruzzese, finora, ad aver indossato la maglia gialla al Tour de France. E la festa in giallo è avvenuta nella piazza della sua contrada, Brecciarola di Chieti ma l’atmosfera era da salotto di casa nonostante la presenza di Renato Di Rocco, presidente della Federazione ciclistica italiana e Davide Cassani, Ct della nazionale italiana maschile di ciclismo.
Una serata che ha idealmente unito due maglie gialle italiane: il tributo a Ciccone è avvenuto a poche ore dalla morte di Felice Gimondi, l’unico ciclista italiano, finora, ad aver conquistato le principali corse a tappe. E proprio per la scomparsa del corridore bergamasco la festa rischiava di saltare se i funerali del campione del mondo fossero stati anticipati. Il lungo applauso, seppur spontaneo dedicato a Gimondi è stato, per così dire, l’unico momento ufficiale della celebrazione. Per il resto clima di ricordi di gesta dell’annata di Giulio Ciccone ma anche di simpatici e paternalistici “sfottò”, tutti cuciti dal giornalista Enrico Giancarli, grande amico del ciclista. Dal “bisticcio” rimproverato da don Graziano il parroco di Brecciarola che ha anche ricordato come tutta la contrada pedali con Giulio quando lui corre o la sua semplicità che tale deve rimanere nonostante gli scenari “rosei” prospettati da altri. Uno su tu tutti il giudizio di Davide Cassani, Ct della nazionale: <Giulio può indossare la maglia rosa sul traguardo dell’ultima tappa se imparerà a fare le cronometro a meno che queste non vengano eliminate dal Giro. E’ stato fantastico sul Mortirolo ma ultimo nel tratto pianeggiante della cronometro di San Luca. Per il resto lo porterò al Matteotti, a Pescara, e non al mondale inglese, troppo piatto per lui, sicuramente sarà nella lista del prossimo anno per la corsa iridata in Svizzera, con il più duro tracciato da trent’anni a questa parte, e per i giochi olimpici di Tokyo>. Giulio Ciccone, dunque, è forte, resistente, bravo ma fa ancora tanti errori. Questo è stato il giudizio di Cassani a cui si è accodato Formichetti appositamente in polo gialla: <Sono ancora arrabbiato con Giulio per la tappa del 2017 sul Gran Sasso, è scattato troppo presto, è stato sconclusionato e per punizione quest’anno non lavorerò per lui. Lo farò nel 2021: per quell’edizione, la numero 104, sto ideando una interamente abruzzese che coinvolga tutte le montagne della nostra regione che deve proiettarsi al turismo, il suo futuro>. In attesa della “dolomitica d’Abruzzo” o della “appenninica abruzzese”, la serata è terminata tra regali ai presenti, targhe per Giulio e una penna che fu di Bruno D’Urbano, uno dei suoi primi tifosi scomparso due anni fa, per firmare valanghe di autografi. Una lacrima, a rigare il volto di Giulio sempre sorridente, è scesa come quando ha indossato la maglia gialla al Tour: lo ha evidenziato l’amico Enrico Giancarli, mentre l’altro amico Stefano gli consegnava la penna che era stata di suo padre. 


Federica Farda
 



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