Le celestine, ultimo avamposto in città, dell’ordine fondato da Pietro del Morrone

Il giorno dopo l’esaltazione del messaggio lasciato da Celestino V, la sua famiglia religiosa, quella femminile poiché il ramo maschile è stato soppresso con la riforma del periodo napoleonico, si è ingrandita. Nel capoluogo abruzzese, dopo anni, si è registrata una professione solenne fra le fila delle suore di clausura di San Basilio, le celestine, appunto, ultimo avamposto in città, e fra i pochi in Italia e dell’ordine fondato da Pietro del Morrone nel XIII secolo. La  consacrazione di professione solenne impartita venerdì sera dall’arcivescovo metropolita cardinale Giuseppe Petrocchi a suor Joan Ribo è la prima ordinazione religiosa che si effettua nella appena inaugurata chiesa di San Silvestro, restituita alla città nel luglio scorso dopo i restauri post sisma.
Suore celestine, quindi, di nuovo in festa dopo esser state significative “protagoniste a Collemaggio durante l’offertorio della messa di apertura e di chiusura della Porta santa. Una concessione la loro presenza in chiesa visto che sono ordine di clausura. E l’importanza della clausura e la vitalità del messaggio celestiniano è quanto sottolineato dal cardinale nella sua omelia. <Il monastero di clausura – ha detto il presule - è una palestra dove ci si allena ogni giorno per essere più forti nella fede, un luogo apparentemente chiuso ma in realtà aperto a tutto il mondo>. Ha sottolineato anche la validità dell’azione missionaria svolta nella Chiesa dalla comunità claustrale: “le più missionarie di tutte”. E suor Joan viene dalla missione che le celestine aquilane hanno aperto a Manila, nelle Filippine. Circondata dall’affetto delle sue consorelle, Joan, che ha frequentato l’istituto di Scienze religioso aquilano, è apparsa emozionata quando a inizio rito, sotto gli occhi dell’arcivescovo, ha indossato sul saio delle celestine la cocolla nera, l’abito monastico della festa, simbolo di professione solenne e poi ancora quando in testa le è stata posta una corona di fiori. La cerimonia si è svolta alla presenza di fedeli e sacerdoti che gremivano la chiesa tornata allo splendore restituito dal restauro post sisma che sembrava compromesso dai danni causati dal violento temporali della settimana scorsa. Allagamenti e infiltrazioni che avevano intaccato, in alcuni punti, anche gli affreschi medievali. L’altra sera, invece, era tutto asciutto grazie al lavoro della ditta Gaspari che ha eseguito il restauro intervenuta operando giorno e notte per il ripristino come ha evidenziato il parroco don Martino Gajda. San Silvestro è stato scelto per la cerimonia perché è l’edificio sacro più grande e più vicino al monastero di clausura ancora in fase restauro compresa la chiesa settecentesca. In  questa basilica è comunque presente un affresco di Celestino: è posto nell’intradosso dell’arco che dalla navata di destra immette all’altare e raffigura il Papa che depone i segni pontificali.


Federica Farda
 



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