Discarica a cielo aperto sul Gran Sasso

Ferro e acciaio, eternit e plastica abbandonati sul Gran Sasso, a 1.619 metri di altitudine. E’ la discarica vecchia di trent’anni segnalata dagli alpinisti dell’associazione «I corridori del cielo», che hanno trovato rottami, detriti e rifiuti tossici fra la vegetazione dei Tre Valloni, a 300 metri dalla stazione intermedia della vecchia funivia voluta dal regime fascista nel 1934. Una zona poco battuta dagli escursionisti, se non d’inverno, quando i valloni sono coperti da decine di metri di neve che nascondono tutto. Quasi per caso il presidente dell’associazione, Paolo Boccabella, si è accorto, durante un’escursione, della lunga scia di veleni dimenticati in mezzo alla vegetazione da chi, nel 1988, si occupò di smontare la vecchia funivia per costruire quella nuova. Sono copertoni di ruote servite per cinquant’anni a far scorrere le corde dell’impianto, bombole di gas, bobine di corde d’acciaio, bidoni per la nafta dei motori. E poi, ancora: lastre di metallo lunghe sei metri, spinte dal vento e dall’acqua, insegne in plexiglass ed eternit  Materiale altamente inquinante che «deve essere rimosso al più presto», spiega Boccabella. «Noi siamo pronti a ripulire i valloni, abbiamo chiesto l’autorizzazione a Parco nazionale e Corpo forestale dello Stato, ma il Comune deve fornirci i mezzi necessari per portare via il materiale». Acciaio, ferro ed eternit devono essere smaltiti adeguatamente. «Noi siamo disposti» anche con l’aiuto dell’associazione’Jemo nnanzi’ a portare fino a Fonte Cerreto i rifiuti», dice, «poi spetterà al Comune, tramite le sue municipalizzate, trasportare in città e smaltire i rifiuti».

 



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