Dopo 20 giorni dal primo caso ora in Abruzzo 263 positivi

Venti giorni fa il primo caso accertato di coronavirus in Abruzzo: un 50enne della bassa Brianza che si trovava con la famiglia a Roseto degli Abruzzi (Teramo) nella casa estiva. Poi la positività anche della moglie e dei due figli piccoli. Nell'ultima settimana brusca impennata dei contagi che, secondo il bollettino diffuso ieri dalla Regione Abruzzo, hanno raggiunto quota 263. Sette i morti. Diverse le zone in cui la situazione è più critica: una nel Chietino, ad Ortona, una nel Pescarese, tra Penne - dove epicentro di tutto è l'ospedale - Città Sant'Angelo ed Elice, e una nel Teramano, in Val Fino. Per due comuni del Pescarese e per tre del Teramano nelle prossime ore dovrebbe essere firmata l'ordinanza che istituisce la 'zona rossa'. A Penne è stata accertata la positività di un 69enne di Città Sant'Angelo che era ricoverato in ospedale per altre patologie. A quel punto sono scattati i test per molti operatori sanitari. Tra i primi a risultare positivi c'è il sindaco, Mario Semproni, medico nell'ospedale del suo comune, e con lui altri colleghi, infermieri, operatori. Decine, al momento, le persone affette da Covid-19 nella città vestina. Pur non mancando casi nei grandi centri, è soprattutto nelle piccole realtà che il fenomeno sembra 'esplodere'. E' il caso, ad esempio, della Val Fino. Totale casi: 94 pazienti sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva, 32 in terapia intensiva, mentre gli altri 90 sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl. I ricoveri riguardano soprattutto l'ospedale di Pescara, dove ci sono oltre cento pazienti. Tra quelli più gravi e intubati ci sono anche persone giovani. Non mancano i soggetti guariti: sempre secondo il bollettino diffuso ieri, due lo sono formalmente - si tratta dei figli piccoli del 'paziente 1' - mentre cinque lo sono clinicamente e sono tornati a casa in attesa del tampone di controllo.



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