Coronavirus, Padovani: “Tutelare gli hobbisti dell’agricoltura”

 “Considerato che il momento di difficoltà in cui viviamo, a causa del Coronavirus, richiede il massimo rispetto delle norme impartite dalle Istituzioni. Ci sono, tuttavia, territori in Abruzzo (e non solo), in modo particolare nei piccoli Comuni delle aree interne, dove è tradizione centenaria la coltivazione hobbistica di orti, cereali, vignetti, frutteti etc. Se infatti chi svolge attività lavorativa in maniera professionale nel settore primario è stato esortato dai Dpcm a continuare i lavori in campo, tutti gli hobbisti sono invece costretti a restare a casa”.

Lo scrive in una nota il presidente regionale dell’Unione coltivatori italiani (Uci) Gianni Padovani.

“Nel caso di hobbisti infatti non vale la giustificazione lavorativa per uscire di casa. Nonostante il lavoro in campagna è pressoché lo stesso, ed è soprattutto solitario. Inoltre si concorre alla produzione di cibo che alimenta le loro famiglie – dice -. Le stesse famiglie che oggi devono fare la fila fuori dai supermercati. Lo sconforto tra gli hobbisti è presente. Chi ha degli olivi sa che senza potatura avrà delle brutte sorprese sotto l’albero. Chi ha un orto ha la necessità di dissodare il terreno e mettere a dimora le prime piante”.

“E se l’emergenza Covid-19 proseguirà, come sembra, anche ad aprile, molti vigneti soffriranno per la mancanza di difesa e di lavorazioni. Alcune operazioni agronomiche, come la potatura del vigneto e/o irrigazioni di soccorso, non sono lavori che possono essere rinviati”. continua.

“Credo – conclude – che sia il caso di valutare la possibilità di equiparare la coltivazione hobbistica all’attività primaria agricola e di consentire ai cittadini gli spostamenti per la coltivazione dei propri terreni. Anche perché non fanno altro che prendersi cura della nostra terra”


 



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