SANTA MARIA EGIZIACA IN UN AFFRESCO DELLA CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA DI ASSERGI

SANTA MARIA EGIZIACA IN UN AFFRESCO DELLA CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA DI ASSERGI

- di Camillo Berardi -

Nella magnifica chiesa di Santa Maria Assunta di Assergi, sul fusto di una colonna cilindrica in pietra, è possibile ammirare un suggestivo affresco che ritrae Santa Maria Egiziaca, protettrice delle prostitute redente.

La Santa è venerata dalla Chiesa cattolica, ortodossa e copta, e la storia della sua vita è stata narrata e tramandata da Sofronio che fu Patriarca di Gerusalemme dal 634 sino alla sua morte avvenuta nel 638.

Maria nacque in Egitto nel IV secolo e a 12 anni si allontanò dalla casa paterna per recarsi ad Alessandria dove condusse una vita dissoluta e nel peccato per 17 anni. Non si prostituiva per denaro, ma soltanto per il vizio e per il piacere della carne, rifiutando spesso di essere pagata per le sue prestazioni.

All’età di 29 anni, desiderosa di visitare altri luoghi e fare nuove esperienze, decise di allontanarsi da Alessandria e s’imbarcò con un gruppo di pellegrini che stava andando in Terra Santa per la festa dell’Esaltazione della Santa Croce. Pagò il viaggio con il meretricio e sedusse tutti i pellegrini per dare sfogo ai suoi piaceri carnali.  

Giunta a Gerusalemme, non riuscì ad entrare nella Basilica del Santo Sepolcro, perché una forza misteriosa le impedì più volte di accedere nel luogo sacro.  

Capì, allora, la gravità della sua vita trasgressiva e dissoluta, e pentita, vedendo un’effigie della Madre di Cristo, le promise di rinunciare ai piaceri della vita, la pregò di liberarla dal male e di indicarle la via della penitenza. Così riuscì ad entrare, s’inginocchiò davanti alla Santa Croce e dopo, seguendo i consigli della Madonna, attraversò il fiume Giordano, si purificò nelle sue acque, visitò la chiesa di San Giovanni Battista, ricevette la Comunione e si consacrò a Dio, iniziando la vita ascetica da eremita, peregrinando nel deserto, dove restò per 47 anni. Si nutriva di erbe, bacche e radici che trovava lungo il cammino.

Le sue vesti, con il continuo errare, si consumarono completamente e l’eremita rimase coperta soltanto dai suoi folti capelli, come appare in una gran parte dell’iconografia che la ritrae. La leggenda narra che il suo sepolcro fu scavato da un leone.

Il culto di Santa Maria Egiziaca si diffuse rapidamente in tutto il mondo cristiano orientale e occidentale e sono diversi gli edifici sacri a lei dedicati.

Il “Tempio di Portuno” edificato alla fine del IV sec. a.c. nel Foro Boario di Roma, chiamato impropriamente “Tempio della Fortuna Virile”, era dedicato a Portunus, dio del porto fluviale sul Tevere; nell’872 fu trasformato nella Chiesa di Santa Maria de Gradellis e nel XV secolo divenne la Chiesa di Santa Maria Egiziaca che nel 1916 fu sconsacrata per ripristinare l’antico tempio romano.

Le due magnifiche incisioni di Giovanni Battista Piranesi, riportate nell’articolo, mostrano “Il Tempio della Fortuna virile, oggi, S. Maria Egizziaca degli Armeni”.

Sulla figura di questa di questa santa, si è sviluppata una ricca e variegata iconografia.

Oltre al pregevole affresco applicato sulla colonna della Chiesa di Santa Maria Assunta di Assergi, vengono riportate altre raffigurazioni tratte dal web: un primo piano affrescato da Arrigo di Niccolò nel 1395, un antico dipinto che la ritrae in piedi e una stampa settecentesca.  



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