POLTIGLIE, FRAMMENTI E MONTAGNE DI AMATRICE: “MATRIX PULCHERRIMA”


- di Camillo Berardi -
 


Sono passati quattro anni dal sisma che ha devastato il Centro Italia e la ricostruzione della cittadina di Amatrice è ancora ferma al palo. Non ci sono segnali di rinascita e il centro storico del borgo appenninico è un’agghiacciante distesa deserta, dominata dal silenzio profondo e da un vuoto abissale.

La “Città ferita” dal sisma è diventata inesistente e si trova ancora in condizioni di assoluto abbandono.

Nonostante la distruzione, continua ad attrarre e a calamitare attenzione e turismo sismico, anche se non c’è più nulla da vedere, al di là di un paesaggio spettrale che lascia impietriti.

Nella zona rossa del Centro storico, tra i frammenti dove era vietato fare selfie, il regista Paolo Sorrentino ha girato alcune scene di un film incentrato sulla vita di Silvio Berlusconi. Da parte di alcuni cittadini di Amatrice non sono mancate manifestazioni di dissenso al riguardo, ma le riprese cinematografiche sono state autorizzate, prevalendo sul buon senso e sul grave lutto di una comunità pesantemente colpita dal terremoto.

Nella cittadina, non sono stati messi in sicurezza neanche i principali edifici storici che in parte avevano resistito alla devastazione sismica e che crollando progressivamente, hanno prodotto altre macerie che si sono sommate alle macerie di morte e di dolore precedenti.

Per uscire dall’immobilismo totale, alla comunità amatriciana fu annunciata anche la nascita della “Contea di Amatrice” con tanto di stemma, istituzione che era “Semplicemente un gesto d'amore e di capacità di prevedere il futuro”, ma della “contea” irrealizzata, sono rimasti soltanto l’annuncio e il logo dello stemma.

Amatrice, abbandonata da tutti, si è accasciata al suolo ed è stata sepolta dalle sue stesse macerie.

Il video documenta le poltiglie e i frammenti del borgo appenninico, dai quali spuntano miserrimi e insignificanti avanzi di pochissimi edifici storici, ingabbiati tardivamente da mastodontiche strutture metalliche. La maestosità delle vicine montagne imbiancate dalla neve, veglia e fa da cornice stupenda, all’agghiacciante deserto del borgo cancellato dal sisma.

La melodia dolce e malinconica del canto MATRIX PULCHERRIMA accompagna la carrellata delle immagini eloquenti dell’annientamento. Il testo del componimento è stato scritto dall’artista Concetta Persico e la musica è stata composta dal M° Camillo Berardi, entrambi figli di questa cittadina; l’esecuzione del brano è stata affidata alla voce suadente di Mara Vittori accompagnata al pianoforte dal M° Emanuele Mancini.

Ci si augura che di là dalle tante promesse disattese, il borgo di Amatrice e le sue 69 frazioni, possano presto rinascere e tornare ai vecchi splendori.



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