Quell’antica festa della mietitura, alla Chiesetta di Celestino

- di Raffaele Alloggia -

 

Sabato 27 giugno, nella chiesetta di San Pietro Celestino (sec XII) alle ore 11, Don Dionisio Rodriguez parroco di Paganica, celebrerà la S. Messa in onore del Santo del Morrone.
Viste le ridotte dimensioni del luogo di culto e il doveroso distanziamento sociale previsto dalle norme anti-covid, la S. Messa sarà celebrata all’esterno della stessa, così come accadde nella stessa circostanza del 2009, a solo qualche mese dal terremoto per i danni riportati, quando un nutrito gruppo di fedeli paganichesi abbandonò le tendopoli recandosi, come consuetudine, nella collina che sale verso il borgo di Pescomaggiore. 
Purtroppo ci mancherà anche quell’arcaica “scampagnata” ogni anno sempre più partecipata, durante la quale percorrendo per un tratto la “Via della Monticazione” che porta le bestie ai pascoli di Campo Imperatore, gli amici archeologi che ci hanno accompagnato negli scorsi anni, ci lasciavano a bocca aperta nel raccontarci, durante le brevi soste culturali nell’ombra che ci seguiva, dei numerosi ritrovamenti del passato nei vari siti archeologici posti a destra e a manca della via, fino alla chiesetta. Per lo stesso motivo non ci sarà, come negli anni passati, quel ritrovarsi tutti insieme dopo la S. Messa alla vicina sorgente di Forma, per un pomeriggio di aggregazione sociale e condivisione del pranzo. 
Molto attuale nel tempo di coronavirus,  è uno dei tanti graffiti riportati sull’affresco tre-quattrocentesco, (Madonna con il Bambino e San Pietro Apostolo) nella parete di fondo in cui viene ricordato un periodo nefasto per i paganichesi, infatti dice che: “nel mese di settembre del 1656 la peste entra a Paganica e vi durò doi anni e mezzo”.
Nell’ultimo anno alcuni importanti eventi accaduti nel piccolo tempio, avrebbero dovuto fare di questo giorno una grande festa: la ristrutturazione della chiesetta da parte del Ministero delle Attività Culturali e del Turismo UCCR Abruzzo e i lavori di accesso e pavimentazione intorno alla struttura da parte dell’Amministrazione degli Usi Civici di Paganica, il riconoscimento della Perdonanza da parte dell’Unesco, quale patrimonio immateriale dell’umanità e la riposizione nella pietra sacrale dell’altare seicentesco della chiesetta, della Reliquia di San Pietro Celestino, avvenuta il primo febbraio scorso, alla presenza di Sua Em.za il Cardinale Giuseppe Petrocchi.
Questa antica tradizione, tra sacro e profano, trae origine nell’antica cultura della civiltà contadina, ricorreva il 29 giugno di ogni anno già dal XII sec. (nei nostri tempi, sarà il sabato più vicino al 29) giorno in cui nella collina si mieteva a mano con il falcetto e la Chiesa ricorda S. Pietro Apostolo a cui originariamente, era dedicata la chiesetta.

 



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