Memorial sul Gran Sasso in ricordo di Livia Garbrecht

Domenica 13 settembre le associazioni Tecnoalp e Alpinisti del Gran Sasso organizzano un Memorial in ricordo di Livia Garbrecht, la giovane alla quale è dedicata la cima: il Campanile Livia. Una grande manifestazione di montagna per conoscere le piccole storie delle persone che hanno costruito insieme la grande Storia che nel 1943 passò proprio per il Gran Sasso d'Italia.
Conoscere cosa c'è dietro al nome di donna della cima più bella del Corno Piccolo.

Il 27 giugno del 1943 un gruppo di istruttori e allievi d’un corso di roccia, organizzato dalla Sezione di Roma del Club Alpino Italiano, si avvia da Campo Imperatore verso le cime del Corno Grande: tra gli allievi due ragazze di origine austriaca, Adriana e Livia Garbrecht, tra gli istruttori Omero Ciai, Marco Pasquali e Marcello del Pianto, noto quest’ultimo, in quel periodo, per avere arrampicato con Emilio Comici.
Sopra il ghiacciaio del Calderone, in quegli anni ancora alto sulla barriera rocciosa che lo contorna, Del Pianto prende con sé la sedicenne Livia e attacca la ‘Direttissima’ alla Vetta Centrale, una via aperta nel 1932 da Bruno Marsilii e Berardino Giardetti, data all’epoca con difficoltà non superiori al IV°.
D’improvviso – non si sa come e a quale altezza della via – la cordata precipita. Gli altri del gruppo accorrono, Del Pianto è vivo anche se ferito e se la caverà, ma per Livia, immobile sul terrazzino che ne ha fermato la caduta, non c’è più nulla da fare.        
Per i soccorritori il recupero degli infortunati si dimostrerà complesso perchè, oltre a Del Pianto, anche Adriana Garbrecht sul Cambi è caduta fratturandosi una gamba. Il corpo di Livia verrà portato a valle solo al mattino seguente.
Federico Tosti, alpinista e poeta romano, nel 1951 prima guida alpina della Capitale e quel giorno sulla Vetta Occidentale del Corno Grande per la Direttissima con la sua famiglia, sarà il solo a dare, in un libretto dedicato a Omero Ciai, una descrizione attendibile, anche se sommaria, dell’incidente e dei soccorsi. Ciai viene descritto mentre risale verso il Calderone “solo, curvo sotto il peso d’una enorme barella di ferro”.
Ed è Ciai, amico delle Garbrecht, che si propone di salire una punta del Corno Piccolo per darle il nome di Livia, ma non vi riuscirà perché la guerra se lo porterà via: Omero Ciai, Sottotenente degli Alpini, “Comandante partigiano” col nome di ‘Mai-tardi’ (il motto del Tirano, suo battaglione alpino d’origine) verrà infatti catturato dai nazisti in Liguria e ucciso ai primi del 1945, ma il suo desiderio intanto è già diventato realtà.
Nell’ottobre 1944, infatti, Andrea Bafile sale con Bruno Marsilii la via del camino sul quel Campanile che appena l’anno prima lo stesso Bruno aveva battezzato “Punta Bianca”. E’ Andrea, che sa del desiderio di Ciai, a proporre il cambio di nome, immediatamente accettato da Bruno.
E da allora questa cima, per il tempo che è dato all’uomo e all’alpinismo, ci ricorda e ci ricorderà Livia.


 



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