LE CIARAMELLE DI AMATRICE - MATRIX PULCHERRIMA Il canto della zampogna non morirà mai

LE CIARAMELLE DI AMATRICE - “MATRIX PULCHERRIMA”

Il canto della zampogna non morirà mai

- di Camillo Berardi -

La zampogna è uno strumento musicale folklorico di origine pastorale ed esiste da circa 2000 anni. Nata probabilmente in oriente, deriva dal doppio aulòs greco (δίαυλος), uno strumento musicale a fiato formato da due canne divergenti che veniva suonato con la tecnica della respirazione circolare o a fiato continuo - emettendo suoni ininterrotti - sfruttando l’aria accumulata nelle guance del musicista esecutore, usate come serbatoi. Questa difficilissima tecnica, che consentiva di soffiare regolarmente sullo strumento e di respirare allo stesso tempo, senza interrompere il flusso dell’aria insufflata, era analoga a quella con cui vengono suonate le tradizionali “launeddas” sarde, strumento policalamo (a più canne) in grado di produrre musica polifonica.

 Nella zampogna, il serbatoio d’aria che nel doppio aulòs era costituito dalle guance del suonatore, è un otre (un sacco) formato da pelle di capra o di pecora nel quale sono innestate varie canne sonore: due “chanter” per suonare contemporaneamente con ciascuna mano due melodie indipendenti, e vari bordoni (da uno a quattro) che emettono suoni a note fisse.

La zampogna era conosciuta anche nella Roma Imperiale e Nerone, amante delle arti e della musica, ne era un abilissimo suonatore. Lo strumento aerofono romano era chiamato “utriculus”, cioè piccolo otre, con riferimento alla sacca che accumulava l’aria.

Le zampogne vengono chiamate anche “ciaramedde” in Calabria e in Sicilia, e “Ciaramelle” nell’Alta Sabina che comprende anche la Conca Amatriciana, perché i due “chanter” erano realizzati dall’unione di due oboi pastorali, cioè due Ciaramelle.

Le ciaramelle di Amatrice, rispetto alle altre zampogne, hanno la caratteristica di essere strumenti bicalami, cioè a doppia canna sonora e prive di bordoni: questa particolarità le rende uniche nel territorio italiano. Le due canne sonore producono due melodie indipendenti che si sovrappongono e s’intrecciano in una miriade di variazioni fondate su idonei rapporti armonici, producendo polifonie contrappuntistiche di straordinaria bellezza.

Grandi musicisti del passato, non hanno esitato a trascrivere per organo le tradizionali e antichissime melodie zampognare, e, nell’esecuzione dei brani pastorali natalizi, gli organi si “trasformavano” in zampogne. Va rilevato che una volta le zampogne e le ciaramelle erano gli organi portativi delle chiese rurali e montane, conosciuti anche come gli “Organi dei poveri”.

La zampogna è uno strumento musicale arcaico e la melodia che produce è un canto arcaico, stupendo e meraviglioso. Il noto etnomusicologo Paolo Bon ha scritto: << il canto arcaico fa vibrare le corde più profonde dell’animo umano perché non viene fuori da noi ma è sepolto in noi >>, << l’arcaico è il sedimento ancestrale che precede l’umano >>, << l’arcaico non è bello è vero >>

Oggi, non mancano occasioni per ascoltare espressioni musicali agro-pastorali per zampogna e violino, zampogna e pianoforte, zampogna e arpa, zampogna e mandoloncello, zampogna e ghironda, zampogna e altri strumenti con effetti di straordinaria efficacia, esaltando il fascino della tradizione.

Il connubio con strumenti musicali diversi dalla tradizione zampognara, crea nuove sonorità e stilemi innovativi nei quali la tradizione pastorale acquista classe e prestigio di notevole spessore.

In questi ultimi anni, per valorizzare e mantenere viva la cultura popolare zampognara e musicale dell’Alta Sabina che comprendeva la Conca Amatriciana e le alte valli del Tronto e del Velino, rapportandola a quella di altre aree geografiche, sono state organizzate alcune edizioni del “Festival delle Ciaramelle” di cui si riporta il logo.

Queste manifestazioni di musica pastorale hanno avuto luogo ad Amatrice nel 2016 alla vigilia del terremoto e nel 2017, ad Amatrice e ad Accumoli nel 2018, a Cittareale, ad Amatrice e ad Accumoli nel 2019; l’edizione del 2020, per la quale era stato preparato un calendario assai ricco di eventi, è stata rinviata a data da destinarsi per l’emergenza COVID-19.  

I Festival sono stati occasioni di incontro e di confronto tra diverse culture e tradizioni, fra giovani interpreti di zampogna e ciaramelle alto sabini e zampognari di altre realtà geografiche italiane e straniere, per approfondire la conoscenza dei repertori musicali arcaici, con seminari, studi, convegni e variegate esibizioni dimostrative, consapevoli che il folklore e i brani musicali della tradizione orale, sono parte integrante della nostra cultura.

Confronti analoghi - semplici e fugaci – non sono mancati ai pastori zampognari sulle vie della transumanza, con l’incontro di antiche tradizioni e usanze diverse. La zampogna accompagnava il pastore nelle migrazioni, colmando la solitudine durante i pascoli e nei momenti di pausa. Nei centri abitati che venivano attraversati, e all’arrivo del viaggio, i pastori zampognari intonavano i loro repertori musicali tradizionali, diffondendoli in contesti culturali e folklorici diversi da quelli dei luoghi di partenza, dove riportavano i dolci motivi pastorali che avevano appreso durante il viaggio.

La zampogna era anche lo strumento per richiamare all’ordine il gregge.

“Il Festival delle ciaramelle” è mancato, dunque, ad  Amatrice nel 2020 ma non è mancata una magnifica ed inaspettata sorpresa: il Gruppo Folk “I NUOVI ZAMPOGNARI” di Catanzaro, diretto dal Prof. Giuseppe Mezzatesta, ha onorato il borgo appenninico nel quarto anniversario del sisma, arrangiando per zampogna e piffero il canto “Matrix Pulcherrima” (Amatrice Bellissima) composto da Camillo Berardi e Concetta Persico, esaltandone la melodia con i loro tradizionali strumenti musicali. Con il file audio dedicato ad Amatrice ed adattato per musica zampognara dal M° Mezzatesta, è stato realizzato il video di seguito riportato, in merito al quale il Prof. Mezzatesta ha scritto: << CARISSIMO CAMILLO, TI RINGRAZIO PER IL SERVIZIO VERAMENTE AMMIREVOLE E, POSSIAMO DIRE, ECUMENICO NEL CAMPO DELLA ZAMPOGNA E DEGLI AEROFONI IN GENERE CON TUTTE LE LORO FORME E SFACCETTATURE. CONGRATULAZIONI! HAI VERAMENTE FATTO ONORE ALLA TUA TERRA E AD AMATRICE. SPERO DI POTERTI MANDARE L'ESECUZIONE IN VIDEO DAL VIVO, APPENA POSSIBILE >>.

Non resta che attendere quest’altro dono graditissimo da parte del Gruppo Folk “I NUOVI ZAMPOGNARI” di Catanzaro, con l’augurio che il prestigioso complesso calabrese possa partecipare alla prossima edizione del “Festival delle Ciaramelle” di Amatrice, che si svolge nei territori che fino al 1927 appartenevano alla provincia di L’Aquila, prima che transitassero alla neonata provincia di Rieti.

Di seguito è riportato il video per ascoltare la versione zampognara calabrese del canto “MATRIX PULCHERRIMA” con il testo in sovraimpressione.



 



Condividi

    



Commenta L'Articolo