A Fonte Vetica 101 anni fa la tragedia del pastore Pupo Nunzio e della sua famiglia

Era un tiepido mattino d’autunno quel 13 ottobre del 1919 sulla piana di Campo Imperatore quando il pastore Pupo Nunzio ed i suoi piccoli figli non ancora adolescenti accompagnavano al pascolo il loro gregge.
Un insolito prolungamento del bel tempo gli aveva permesso  di ritardare il ritorno a valle e quel mattino, nulla faceva presagire quel che sarebbe accaduto di lì a poco. Intorno alle undici si alzò un vento fortissimo e in breve nuvole minacciose giunsero da tutte le direzioni ed in men che meno iniziò una abbondante nevicata come mai se ne ricordassero per quel periodo. Quell’improvvisa bufera anticipava un rigido inverno. Fu purtroppo vano per Pupo Nunzio il tentativo di salvare se stesso, i suoi figli e il gregge. Giunti sotto il monte Bolza non furono più in grado di proseguire nella neve divenuta rapidamente troppo alta ed il gelido vento fece il resto. Nel frattempo la moglie che disperatamente aveva cercato di raggiungerli morì di dolore.
Il ricordo di questa tragica storia è sempre stato vivo tra gli abitanti del posto tanto che lo scultore Vicentino Michetti nato a Calascio vi dedicò un suo lavoro ed oggi chiunque percorra la Piana di Campo Imperatore, in località Colle Caciaro a 1562 mt di quota non può non scorgere le statue che rappresentano da un lato il pastore con i suoi due figli ed il cane piegati nel camminare per vincere la forza del vento e di fronte la moglie con le braccia rivolte verso i suoi cari nel  desiderio di un abbraccio impossibile. Nel 2006 il monumento è stato gravemente danneggiato da vandali. Il risultato? Mani mozzate.
Lo scorso anno, in occasione del centenario dal tragico evento, le braccia vandalizzate delle statue erano miracolosamente tornate al loro posto.

 



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