IL CIMITERO DI ASSERGI E I PICCOLI CRISTI

 - di Giuseppe Lalli -

 

 

 



Seduto vicino ad una tomba
in una giornata di luce.
Si stenterebbe a crederci: per me
è uno dei momenti più belli.
Le lacrime che mi bagnano le ciglia
mi ripuliscono anche l'anima.
Tutti i morti mi diventano parenti,
soprattutto quelli che sembrano
vissuti inutilmente, quelli a cui
nessuno rivolge una preghiera,
nessuno accende una candela.
Sono quelli che sempre io cerco.
Ho visto Antonio dei “bèbbè”,
quello che zoppicava e portava
la croce ai funerali,
e chiamava tutti "parente".
E sempre cerco, ma non la trovo,
Grazia della Camarda, Graziuccia,
con la sua dolce risata sdentata,
invecchiata con il cuore da bambina,
in quella sua stamberga alla Cimosca.
La vorrei stringere al mio cuore.
Persone come lei sembravano
nate per soffrire, gente di nessuno.
Eppure il Signore sa che ci sono,
e io in questi momenti so che Lui c'è
e le sta stringendo nel...Suo cuore.
Saranno loro, i semplici, i piccoli Cristi,
a giudicarci nell'ultimo giorno:
saranno la misura dell'amore,
saranno i veri saggi che sveleranno
i più nascosti segreti dei nostri cuori.

 



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