FESTE E PROCESSIONI DEL PASSATO

 - di Giovanni Altobelli -

 

 

Nel passato quando le feste religiose e le processioni avevano ancora un significato culturale, spirituale e morale della vita sociale, le tradizioni erano ancora sentite nei nostri paesi, forse era a causa della povertà e la miseria che serpeggiava in mezzo alla gente.  Il benessere ancora non era arrivato come oggi, allora si frequentava la chiesa ed eravamo più religiosi e fedeli di oggi e si viveva con tanta serenità e tranquillità.  La religione e la buona educazione era una regola per tutti, il rispetto reciproco fra la gente il saluto quotidiano dei giovani verso gli anziani era una cosa meravigliosa, oggi tutto è scomparso, si vive in un mondo artificiale senza ideali e senza storia, molti vorrebbero cancellare quel passato.  I parroci di una volta di vecchio stampo, insegnavano ai fanciulli il catechismo e i veri principi della dottrina cristiana, allora c’erano i chierichetti che facevano a gara a servire la messa, ora neanche l’ombra.  A Filetto dell’Aquila, ma forse anche negli altri paesi del circondario, dopo gli anni 50 come menzionato in altri racconti, il parroco seguendo le direttive della curia aveva fondato nel paese il gruppo giovanile dell’Azione Cattolica e della Pia Unione Pastori, inoltre esisteva la vecchia Congregazione religiosa dell’800, rimasta fino agli anni 60, venivano fatte tante belle iniziative che rendevano la popolazione unita e rispettosa.  Oggi il progresso galoppante e le nuove tecnologie di comunicazione, con internet e con i cellulari, le nuove generazioni hanno cambiato il mondo e sono diventati schiavi e succubi di questi mezzi di comunicazione, utili da una parte e distruttivi da un’altra, purtroppo i giovani sanno poco o niente di cosa è stata la chiesa nel passato. Dopo gli anni 80 le usanze religiose sono quasi scomparse.   I vecchi parroci di una volta, erano grandi organizzatori delle feste e delle processioni che si facevano nel passato; avevano cura del patrimonio delle chiese, sapevano fare bene l’inventario e riportare bene i bilanci.  La popolazione oggi è diminuita, la religione è poco sentita; l’epoca è cambiata e l’arrivo dei preti stranieri ha contribuito e anticipato la fine delle feste e processioni antiche, importanti come era una volta.  Con questo mio breve scritto, cerco di tornare indietro con la mente e raccontare le feste e processioni del passato, ma ho anche l’onore di allietare infine qualche lettore dei miei modesti racconti con una bella sequenza di antiche foto da me ricercate e alcune scattate negli ultimi 50 anni con grande passione.  Racconto delle feste e processioni del passato di Filetto dell’Aquila.  Le feste religiose del passato sono state sempre importanti per la comunità, soprattutto quando come già detto la gente era più povera.  Le feste tradizionali a cominciare dal primo dell’anno e l’epifania del 6 gennaio fino ad arrivare alla Santa Pasqua, davano quel senso di piacere e di attesa, dove ognuno si preparava e si incontrava con cordialità in Piazza della Chiesa, prima di entrare ad ascoltare la S. Messa.  Le feste di una volta erano veri giorni di riposo, lontani dai campi di lavoro.  I lunedì di Pasqua come tradizione si faceva la solita scampagnata e la processione fino alla chiesa di S. Crisante e Daria al monte, dove il parroco celebrava la S. Messa e alla fine si mangiava all’aperto.  A secondo di quando avveniva la S. Pasqua,  passati i 40 giorni con la buona stagione primaverile, si festeggiava l’Ascensione di Gesù , facendo la processione lungo le vie principali del paese,  mentre  le vecchie donne stendevano le bellissime coperte nei balconi e le giovani fanciulle lanciavano dalle finestre  fiori “rose, lillà, gelsomini, petali e violette” verso la folla in processione,  mentre il parroco insieme ai cantori accompagnavano con  gli inni religiosi lungo il percorso e  i bambini si divertivano un mondo fino al rientro nella chiesa.  Appena passati una ventina di giorni, si festeggiava il “Corpus Domini” festa importante per la chiesa dove avveniva anche la processione per le vie del paese; altra festa importante era il 15 di agosto ”Assunzione della S. Vergine”.  Prima di parlare della festa principale del paese, aggiungo che nel passato il 25 ottobre si festeggiava S. Clemente Martire secondo protettore del paese, veniva fatta la processione passando per via della Chiesa Vecchia. La festa più importante dell’anno, come tradizione storica che tutt’ora è rimasta è stata ed è ancora il  7-8 settembre,  festa dei  santi patroni di “S. Crisante e Daria”  il giorno 7 veniva fatta la processione per le vie del paese, mentre il giorno otto si festeggia la “ Madonna delle Grazie” con processione fino alla chiesa.  Ma come si organizzava la festa di settembre di una volta?  E’ da presumere che questa ricorrenza della Madonna delle Grazie si festeggia da quando è stata costruita la chiesa nel 1597 come datazione riportata nell’architrave della porta principale.  La chiesetta dista circa 600 metri dall’abitato di Filetto e nel passato è stata meta di pellegrinaggio e venivano a venerarla anche le genti dei paesi vicini. Da sempre questa festa della Madonna delle Grazie veniva così organizzata dai procuratori che agli inizi dell’estate dopo aver costituito il cosiddetto “Comitato Festa” composto da un gruppo di persone che dovevano provvedere alla sottoscrizione della questua per avere i fondi per l’organizzazione e per le spese di “cinema, sparo, orchestra e banda” e varie.  Nel passato gli organizzatori scrivevano anche agli emigranti all’estero per raccogliere i soldi, si raccoglieva il grano e la paglia durante la trebbiatura per venderli successivamente.  La sera del giorno 5 o 6 settembre in piazza si proiettava il film, ogni famiglia doveva ospitare un bandista a pranzo in casa, a volte si  ospitavano anche gli sparatori.  Le famiglie si organizzavano bene per l’evento della festa, invitando amici e parenti.  Le giovani ragazze erano sempre ordinate con vestiti nuovi.  La mattina la festa veniva aperta con sette colpi di mortaio sparati in aria, la banda faceva il giro per le vie del paese.  Alle ore 11,00 dalla chiesa uscivano i fedeli con la madonna portata a spalla dai giovani, qualcuno portava lo stendardo e altri vessilli religiosi e baldacchini. Il parroco aveva il compito di coordinare bene la processione fino alla chiesa di campagna, si diceva messa e fuori la chiesa con tanti gruppetti di gente si parlava del più e del meno.  Verso mezzo- giorno e mezzo dopo la celebrazione della S. Messa si ricomponeva la processione ordinatamente per ritornare in paese.  Arrivati al Piazzale del monumento si aspettava che iniziasse lo sparo, dopo il rientro in chiesa la gente si recava nelle proprie case.  Durante il pomeriggio venivano svolti i giochi sportivi e popolari, mentre la sera alle ore 21 suonava l’orchestra in Piazza della chiesa, le coppie giovani iniziavano le danze e qualche anziano con qualche bella donna ballava la tarantella. Verso le ore 22 si ballava la tradizionale pupazza.  Dopo la mezza notte si facevano i fuochi di artificio. Ormai la festa era giunta alla fine, in Piazza della chiesa gli orchestrali smontavano gli strumenti e i bambini seduti alle scalette, rimanevano rattristiti e ammutoliti perche la festa era finita.  Conclusioni.  Ho voluto raccontare come erano le feste e le processioni del passato, la popolazione del paese si è ridotta di un terzo di quella di una volta e in quella poca rimasta c’è la mancanza della vera spinta motrice che stimola la gente alla partecipazione, non esiste più la motivazione della religione e delle feste e processioni, quindi non  c’è  più il desiderio che c’era una volta. Questo è solo un piccolo racconto di un tempo che fù.

                       Collezione fotografica storica di Giovanni Altobelli



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