LA MEMORIA DEI VECCHI

- di Giovanni Altobelli -

 

 

Premessa.  Prima di parlare della memoria dei vecchi del passato del mio paese “Filetto dell’Aquila”, cerco brevemente di spiegare a modo semplice cosa è la memoria. La memoria ha il compito di assimilare i dati, le informazioni percepite fin dalla prima infanzia, elaborati ed immagazzinati attraverso la mente e il cervello. Una serie di ricordi, belli o brutti, di esperienze negative e positive, avvenimenti accaduti o racconti di altre persone, conservati se come se fosse un grande contenitore che diventa una specie di enciclopedia. La memoria conserva i tanti ricordi della nostra vita, la mente spesso si risveglia dalle tante cose viste o trasmesse da altri ed acquisite nel tempo.  La memoria, ricorda gli avvenimenti vissuti ma anche storie antiche trasmesse: assistere ad un avvenimento di una lite la memoria è di come sono andati i fatti e riferire alla giustizia, “fatti ritornare la memoria” può essere un ricordo bello ma anche spiacevole, un incontro inaspettato, fatti accaduti fanno parte della nostra memoria, sovente si usa dire in memoria di una grande persona scomparsa.  Ci sono persone che hanno tanta memoria o memoria di ferro, altre che ne hanno poca di memoria.  Quindi avere allenata la memoria è una grande ricchezza della persona e fa stare bene anche i vecchi avere una buona memoria, significa che il cervello funziona bene e la memoria non si spegne mai.  LA MEMORIA DEI VECCHI.  La nostra storia è fatta di memoria, di racconti ricevuti dai vecchi trasmessi oralmente: vicende storiche, avvenimenti di vario genere “storie di guerra, povertà, liti fra persone o della stessa famiglia, furti ricevuti, delusioni amorose, vincite, eredità inaspettate, racconti dei nonni e bisnonni, brutti ricordi del terremoto e della pandemia che ci sta cambiando la vita” tutto è memoria.  Una volta non c’erano registratori o mezzi tecnologici che potevano registrare i vari avvenimenti del passato, bisognava trascrivere per non dimenticare. I vecchi del passato di Filetto ma come di ogni altro paese dell’800/900, raccontavano le varie storie ai più giovani, specialmente durante le lunghe invernate con il freddo pungente quando ci radunavamo nelle stalle, io da ragazzo avendo buona memoria ho assimilato nella mia mente i tanti racconti dei vecchi del passato. Anche durante l’estate con la buona stagione, alle scalette di Piazza della chiesa dove abitavo si fermavano tanti vecchi e ognuno raccontava la sua, ero sempre attento alle storie e ai racconti e avvenimenti del passato, vicende storiche che mi appassionavano tanto, specialmente le storie della guerra, le narrazioni di tanti avvenimenti dei secolo passati.  Ma i vecchi di una volta erano soliti fermarsi anche in altri luoghi del paese (verso il castello, la cesa,  piucolle e il forno).  Allora c’era tanta popolazione e quei vecchi all’epoca erano una grande ricchezza umana, quei volti antichi sono ancora impressi nella mia mente, sono tutti morti, per me sono e rimarranno grandi volti del 900,  le foto che seguiranno dopo questo racconto, resteranno come dei grandi attori pronti in un set cinematografico, ho avuto la fortuna di acquistare nel 1960 un piccola macchina fotografica “Comet 3”, ho fatto tante foto e tante le ho ricercate alle famiglie del paese “ringraziandole tutte grazie alla mia passione con una discreta collezione fotografica posso far conoscere a tante generazioni future la storia di Filetto.  Molti racconti ricevuti dai vecchi del passato, sono stati focalizzati nella mia mente fin da ragazzo e da adulto ho frequentato qualche volta l’archivio di stato, l’anagrafe comunale avendo riscontri che le storie oralmente raccontate dai vecchi del passato erano vere. Conclusioni.  Mi auguro che i giovani e le future generazioni con questi semplici scritti e fotografie, possano sapere qualcosa della nostra storia e delle nostre origini.

                     Collezione fotografica storica di Giovanni Altobelli



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