Inaugurata la nuova sede del Circolo Aquilano - Una breve storia a cura di Walter Capezzali

E' stata inaugurata questa mattina la nuova sede del Circolo Aquilano, la più antica associazione cittadina, nata nel 1865, che torna così ad animare il Centro Storico, in via portici di San Bernardino, ai quattro cantoni. Gli onori di casa sono stati fatti dal presidente Romeo Ricciuti, con a fianco il vice sindaco Raffaele Daniele,  moderatore dell’incontro con la stampa il giornalista Angelo De Nicola, caposervizio de Il Messaggero.

Una breve storia A cura di Walter Capezzali

Fin dagli albori dell’Italia unita, l’Aquila sentì  la necessità di dotarsi di una attiva associazione che, includendo uno scelto manipolo di cittadini, unisse a momenti di svago e di intrattenimento, un costante serio impegno sociale e comunitario all’altezza del prestigio e del ruolo della città. Nasceva così nel 1865 il Circolo Aquilano, che ebbe la sua prima sede in Piazza Santa Giusta e affidò la prima Presidenza al marchese Giovan Battista Dragonetti de Torres.

Già nell’anno seguente, la prima sede apparve insufficiente per accogliere gli aderenti e le attività associative; sicché fu deciso di spostarsi al primo piano di Palazzo Antonini, sul corso principale. Qui “si dié il 3 febbraio, primo giorno di Carnevale nel 1867”, la prima festa sociale movimentata dal clima carnascialesco, aprendo una bella tradizione che doveva caratterizzare  il sodalizio con cadenza annuale quasi per l’intera sua storia. Se ne trova conferma per il gennaio del 1879, nelle spumeggianti cronache della «Gazzetta di Aquila» che scrive e descrive “due serate del Circolo riuscite animatissime, e brillanti”. Qualche brano:
 

Vi si scorgevano le più belle e gentili signore… quanto alle toilettes, ce n’erano proprio da vedere… La bellezza degli abiti era accompagnata  dalla grazia… Destò entusiasmo il bellissimo valzer  del Maestro Cesarini…

In seguito il Circolo spostò più volte la propria sede per migliorarne la capienza e l’accoglienza, mantenendosi costantemente lungo il Corso che fu intitolato al primo re d’Italia Vittorio Emanuele II. Dopo Palazzo Petrini, nel 1932 fu infine prescelto Palazzo Federici, già Palazzo Gigotti, adeguatamente trasformato per realizzarvi il tratto mancante dei monumentali portici cittadini. Qui è continuativamente vissuto per quasi ottant’anni. Tra i Presidenti dei primi cinquant’anni del Novecento, figurano i nomi di Ubaldo Bafile, Vincenzo Camerini, Gianlorenzo Conti, Carlo Perrone, Ettore Ciarletta, Gustavo Marinucci.

Nel ricordare questi spostamenti della Sede sociale, è dolce alla fantasia ricostruire alcuni piacevoli particolari: le sale adorne di quadri e di ricordi, i libri e le riviste di una piccola ma degna biblioteca su scaffali di nobile legno, le ammissioni dei soci sottoposte all’unanime gradimento dell’Assemblea, i premi alla mascherina più bella delle feste dedicate ai figli, l’immancabile “Ballo dei Moccoletti” a chiusura del Carnevale…

La vita sociale era alimentata già allora da attività culturali e ricreative, conferenze e conviviali, giochi delle carte e intrattenimenti musicali e danzanti, biliardo e lettura, in apposite sale e in forza di adeguati regolamenti che garantissero il sereno e regolare svolgimento della vita associativa.

Nel particolare clima storico e politico degli Anni Trenta del Novecento, mentre si aggiungeva  alla intitolazione sociale

 “Circolo Aquilano” la qualifica “del Littorio”, le attività conoscevano comunque un potenziamento, affidato ad un gruppo dirigente composto dai soci  Giovanni Centi Colella, Luigi Signorini Corsi e Antonio Ciarletta.

Le istituzioni amministrative cittadine garantirono adeguati contributi annuali, impegnandosi a sostenere per nove anni le spese per l’affitto dei locali, che vennero adeguati alle accresciute necessità a cura dell’architetto Gino Franzi. Come recita una delibera del Municipio del 1932, “Il Circolo Aquilano ha sempre prestato la sua opera di rappresentanza… anche per iniziative degli Enti cittadini in onore di personaggi, ospiti illustri, congressi, comitive turistiche ed altro”. Annualmente l’associazione ospitava ricevimenti su istanza del Comune, dell’Amministrazione Provinciale e del Consiglio Provinciale dell’Economia.

Nel 1939, in pieno conflitto militare mondiale, il Circolo fu commissariato e due anni più tardi fu trasformato momentaneamente in ”Dopolavoro delle Forze Civili dell’Aquila”. 

Tra il dicembre del 1944 e il maggio dell’anno seguente quattro stanze del Circolo furono requisite dal Prefetto e destinate ad ospitare una rappresentanza delle Forze armate canadesi di transito in Città.

Entro gli ultimi Anni Quaranta del Ventesimo secolo, nel nuovo clima di ricostruzione materiale e sociale resosi necessario dopo le ricordate vicende belliche, il Circolo recuperò la originaria denominazione; tra le novità più rilevanti, per iniziativa di ufficiali aquilani reduci dalla prigionia nel campo inglese in Africa dove avevano appreso e usato le regole del gioco, nasceva all’interno del Circolo Aquilano un’associazione di appassionati del Bridge, rapidamente distintasi a livello nazionale per la maestria dei propri rappresentanti impegnati in concorsi anche di livello nazionale.

Nonostante le contrapposte vicende fin qui riassunte, sia pure attraverso le trasformazioni della intitolazione, l’Associazione ha sempre mantenuto gli stessi scopi di rappresentanza, di cultura e di sano impegno del tempo libero.

Il disastroso  terremoto distruttivo  dell’aprile 2009 ha solo momentaneamente interrotto la bella storia del Circolo Aquilano, costretto ad abbandonare  il danneggiato Palazzo Federici; ma non ha frenato lo spirito e gli intenti dei soci, che appena possibile hanno ripreso ad incontrarsi sia pure traslocando più volte in sedi provvisorie; né la pandemia del Covid 19 è riuscita a provocare la fine del Sodalizio che ha continuato vivere, fino alla scelta (2021) della nuova Sede negli ampi ed accoglienti locali del Palazzo dell’INA, situato nella prestigiosa collocazione dei “Quattro Cantoni”, cuore pulsante della Città, dove s’intersecano il “cardo” e il “decumano” della primigenia struttura urbanistica.



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