Commovente cerimonia per ricordare i 17 martiri di Onna

Una cerimonia molto partecipata e commovente si è svolta ieri pomeriggio a Onna per ricordare i 17 martiri che furono uccisi dai nazifascisti l’11 giugno del 1944. Presenti l'assessore Daniele Ferella per il Comune dell'Aquila, il prefetto vicario Franca Ferraro, l'onorevole Stefania Pezzopane, rappresentanti di carabinieri, polizia e Guardia di finanza e una delegazione dell'Anpi (associazione partigiani). Dopo la Messa celebrata dal parroco di Onna don Cesare Cardozo nella chiesa parrocchiale, sono state deposte le corone al monumento ai caduti, alla Villa comunale e in via dei Martiri, dove avvenne la strage.
 


Questi i nomi dei 17 Martiri di Onna

Alfredo Paolucci (25 anni); Antonio Evangelista (18 anni); Ermenegildo Di Vincenzo (38 anni); Domenico Paolucci (31 anni); Giuseppe Marzolo (29 anni); Mario Marzolo (24 anni); Osvaldo Paolucci (21 anni); Zaccaria Colaianni (38 anni); Gaudenzio Tarquini (19 anni); Renato De Felice (44 anni); Pio Pezzopane (17 anni); Igino Pezzopane (16 anni); Cristina Papola (17 anni); Bartolina De Paulis (53 anni); Rosmunda Ludovici (25 anni), Luigino Ciocca (15 anni), Pasquale Pezzopane (18 anni).

"Il 2 giugno 1944 truppe tedesche di sosta a Onna, come già accaduto, fecero razzia di animali domestici e di beni ancora disponibili. In località Masergi furono requisiti due cavalli, uno di proprietà di Silvio Papola, che era insieme ai figli Mario e Cristina e ad Amerigo Colaianni (il quale faceva da interprete per i tedeschi) e un altro della famiglia Ludovici. I primi inutilmente cercarono di riavere l’animale, mentre la padrona del secondo cavallo, la vedova Bartolina De Paulis, richiamò l’attenzione del figlio Giovanni (detto Nino), che ingaggiò una colluttazione con un soldato tedesco. Nella lotta Nino Ludovici rimase leggermente ferito da un proiettile, a sua volta colpendo il soldato. Egli quindi fuggì e si nascose nella zona di monte Archetto con i partigiani della “Di Vincenzo”. Accorsero altri militari, che catturano Cristina Papola e le chiesero chi era e dove fosse il giovane. La ragazza disse di non sapere nulla perciò venne trascinata di peso per le strade del paese, bastonata, forse violentata, ed infine uccisa con tre colpi di arma da fuoco.

Nel pomeriggio dell'11 giugno arrivarono a Onna tedeschi della divisione 114a Jägerdivision (già protagonista della recente strage di Filetto). Con i mitra spianati operarono un rastrellamento della popolazione: vennero radunati circa 30 individui, condotti verso l’ingresso del paese (rione Parisse) ed inquadrati a ridosso di un muro. I soldati richiesero la consegna di Nino Ludovici, a loro dire responsabile della morte di un soldato tedesco, in cambio della liberazione degli ostaggi. Alcune donne cercarono la madre e la sorella del giovane e le consegnarono ai soldati nel vano tentativo di far avere da loro informazioni. Nel frattempo qualcuno dei prigionieri era riuscito a sottrarsi al controllo. Rimasero 16 persone dai 15 ai 38 anni (tra cui le due donne) che vennero introdotte a forza in una vicina casa di proprietà di Biagio Ludovici (persona vicina alle alte cariche locali del regime ma inviso al segretario del fascio di Onna). La moglie di Biagio, Lucia, venne fatta uscire a forza di casa. I sedici vennero fucilati con raffiche di mitra e il fabbricato, minato in precedenza, fu fatto esplodere."



Condividi

    



Commenta L'Articolo