Problemi di irrigazione a Paganica

- di Raffaele Alloggia -

 

In riferimento all’irrigazione dei campi di Paganica, oltre alle problematiche denunciate nei mesi scorsi dovute al rifacimento dei canali d’irrigazione sia  quelli consortili che quelli dei frontisti, la notte scorsa per alcuni coltivatori di Paganica, è stata una notte di passione.

Di recente sono stati fatti i lavori di falciatura delle erbe e arbusti lungo la banchina della strada provinciale 17 Bis che va da Paganica a Bazzano in ambo i lati.

Parallelamente alla strada si trovano i canali per l’irrigazione dei terreni circostanti, ebbene tutto il materiale falciato ivi compreso arbusti, bottiglie di plastica e tutto che si trova lungo le banchine, sono andati a finire dentro il canale ostruendo il passaggio dell’acqua.

I coltivatori che irrigano di notte, sono quasi esclusivamente persone non più giovani e togliere quel materiale alle quattro di notte sul ciglio della strada per far scorrere l’acqua, in quanto tra l’altro c’era il pericolo che l’acqua fuoriuscisse dal canale e invadesse la strada provinciale, dove le auto sfrecciano ad alta velocità, non è simpatico!

Non è questa la prima volta che capita, bensì ogni volta che viene fatto quel lavoro di falciatura delle erbe e arbusti, utilissimo per la visibilità degli utenti della strada, ma non dovrebbe andare a discapito di chi con tanti sacrifici, lavoro e passione, coltiva ancora un pezzo di terra.

Un po’ di storia relativa a quel breve tratto di strada, non fa male ricordarlo!

Nel 1820 fu realizzata la strada che collega Paganica a Bazzano e nel 1825  Luigi Dragonetti, segretario della Provincia dell’Aquila, nonché due volte Senatore nel Regno Borbonico chiese al Decurionato paganichese, l’autorizzazione per piantare lungo i due argini della “nuova strada,” piante di gelso con l’intendo di sviluppare l’industria del baco da seta, non conosciuta nel territorio e nello stesso tempo, fare l’ombra per i viandanti.

Tale proposta in un primo momento fu approvata e successivamente ritirata, a favore della piantagione di pioppi e parallelamente la realizzazione di due canali per l’irrigazione, poiché secondo il Decurionato, più utili ai confinanti sia per la legna da fuoco, che per l’esigenza sempre maggiore dei pali (sostegni) per i nuovi fagioli bianchi rampicanti, la cui sementa fu riportata a Paganica dal Marchese Giovan Battista Dragonetti al ritorno da Marsiglia all’inizio dell’ottocento, a seguito dell’esilio inflitto dal regime Borbonico.

Il fagiolo bianco detto anche “a pane”, maggiormente coltivato in questo territorio, dopo due secoli , assieme a l’altro tipo detto “a olio”, meglio conosciuti come “fagioli di Paganica”, nel 2014 sono divenuti presidio  “Slow Food Abruzzo”.

L’obiettivo è quello di valorizzare alcuni prodotti, custodi del patrimonio di biodiversità agricola a rischio scomparsa e incrementare le produzioni.



Condividi

    



Commenta L'Articolo