Reminiscenze passate di Assergi - di Eugenia Vitocco -

- di Eugenia Vitocco - USA

 

 

Ancora adesso come da bambina vorrei, ma impossibilmente, avere una veritiera ed accettabile spiegazione sul nome del nostro paese “Assergi.” Tutti gli antichi scritti e risorse storiche sono scritte in latino e non aderiscono e non si associano con i miei ricordi e alle mie reminiscenze di bambina, in quanto tradizionalmente in secoli passati chiamavano Assergi, “Assergio.”  Cosi lo chiamava anche mia nonna, nata nel anno 1859 e cosi lo chiamavano e l’avranno chiamato i suoi nonni, bisnonni e tutte le generazioni avanti. Alla prima elementare nel 1935 ricordo che la mia maestra, ci disse "il nome del vostro paese e` Assergi e non Assergio,” evidentemente noi bambini alla sua domanda in gran numero e in coro avevamo risposto che si chiamava Assergio, come ci dicevano i nostri famigliari. Dico la verità non fu cosi facile sostituire Assergi da Assergio. Ricordo anche mia nonna soffrì per memorizzare questa nuova versione. Mia madre era oriunda Teramana e tutti noi sappiamo quanta devozione questa gente ha per San Franco. Quando noi andavamo a Cermingnano suo paese natio come bentornato tutti ci dicevano “come sta San Franco di Assergio?” E` strano questo risale agli anni 1930-40 e 50 e tengo a precisare che pronunciavano Assergio con la E aperta con l’accento grave come in E` nella voce del verbo ESSERE e propriamente come la E in Sergio.   I paganichesi ci dicevano con uno spiccato senso di superiorità rispetto a noi “voi siete di Assergio” in quanto eravamo parte di un paese nascosto tra valli e monti e da dove per fuoriuscirne dovevamo tornare indietro verso di loro. Non più oggi.

     I negozianti di L’Aquila ci dicevano lo stesso ma con un po` di bullismo in esso. Ci definivano montanari non ingranati all'alta socialità aquilana che definivano evolutissima. Forse quello è ed è stato il primo nome del nostro paese e non ha niente in comune con le sue supposte origini storiche medievali che ci narrano gli scarsi scrittori di allora. Io credo fermamente alla VOX POPULI e alla tradizione e che Assergi era un vero e proprio “Castrum Romanum” costruito da SERGIO GALBA imperatore romano successore di Nerone, e da cui previene il suo nome ASSERGIO e che lo abbia fatto costruire come rifugio per i suoi soldati, forse non minatori, ma guardiani degli schiavi e delle storiche menzionate miniere di Silicio nel circondario del borgo e che le mura quelle attuali non sono altro che il rifacimento dell’allora Castrum Romanum, ricostruite a perfezione sulla stessa pianta di quelle forse deperite dell’ era romana e quelle torri rivelano una perfetta fortezza militare e ne più e ne meno di quelle che recingono le altre città facenti parte del vasto impero, territorialmente. E` quanto mai strano Assergi in tutto il territorio aquilano (eccetto L’Aquila) è il solo circondato da mura. Non era il più ricco e non lo è mai stato, non era un punto strategico, datasi la sua posizione di isolamento tra quei monti, non aveva accesso ai paesi attorno, tutto finiva li alle falde del Gran Sasso, ma era un perfetto angolo per un Castrum Romanum dove i soldati potevano riposare in gran numero e sicuri. Un piccolo accampamento stabile o provvisorio e sicuro, protetto da quelle mura, rifatte ma su esistenti ruderi delI'mpero Romano e grande gioiello di un passato storico e di Assergi. Durante l’amministrazione del Presidente Trump in cui tanto si è parlato di muri e mura e contrastatissimo da molti politici internazionalmente e internamente io ho mandato alla Casa Bianca una foto di Assergi con le sue mura, come dimostrazione che anche in altri tempi in piccolo o in grosso si costruivano mura a difesa dei popoli e per motivi militareschi nel tempo romano.

     Il nome di Assergi come definitiva deriva da Sergio e con l’aggiunta di una A e di una S è diventato prima A Sergio, poi Assergio, e poi ancora Assergi.

     Un’altra testimonianza mi torna alla mente; il ritrovamento di cocci di oggetti di terracotta con il nome di Sergio Gablo scritto sopra, ritrovati negli scavi quando costruivano le case dell’attuale borgo.  La tradizione dice che sotto all’abitato ci sono tanti tunnel ed uno esistente che va dalla casa dei Giampaoli sul più alto punto dell’abitato fino al fabbricato dei Carrozzi.  Rifugi segreti e misteriosi e militari, dove noi con altre famiglie andammo a nasconderci quando i tedeschi vennero a liberare Mussolini, lasciando due innocenti vittime; eterno rimpianto di noi tutti assergesi. Questo mio scritto si accumulerà su tanti altri è frutto della tradizione e lascio liberi gli altri di aggiungerci ricerche storiche e tradizionali perché è un argomento veramente interessante.

     Si saprebbe ancora di più se finalmente Roma aprisse le porte e desse accesso a quei documenti che sembrano esistenti negli archivi della storia imperiale, per averne piena testimonianza.

     Aggiungo questi miei ricordi a tutti i miei scritti perché sono parte dei miei giorni che sto ancora vivendo ed ho vissuto lontano da Assergi e che mi riportano li` a riviverli superando con la mente l’immensa distanza che mi ci divide.  


 



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