Ettore Grassi, in fuga troppo stress

Troppo stress, un carico di studi eccessivo, la voglia di «staccare la spina». Così ha motivato la sua fuga Ettore Grassi, il 26enne milanese iscritto a Ingegneria elettrica dell’Aquila, scomparso giovedì scorso nel Fermano e trovato l’altro ieri mattina a Tivoli. Il giovane ha riabbracciato i familiari a Battuello di Corbetta, nel Milanese, dopo cinque giorni carichi di apprensione. Ha spiegato agli agenti di Polizia di non aver retto alle pressioni dei primi sei mesi di studio in città, dove, tra l’altro, vivono alcuni suoi parenti - e questo spiega la scelta del trasferimento in corso di perfezionamento dal Politecnico di Milano -. Le ricerche vere e proprie erano cominciate sabato, giorno in cui i genitori hanno formalmente presentato la denuncia. D’altronde il ritrovamento dell’auto aveva destato non poche preoccupazioni: si trovava vicino al mare e alla ferrovia, aveva la radio accesa e le chiavi inserite e soprattutto c’era la Bibbia aperta su un passo che poteva far pensare al peggio. Dopo aver pernottato ad Ancona Grassi si è spostato con i mezzi pubblici prima a Bologna e, infine, a Tivoli, dove è stato ritrovato vicino alla stazione, frastornato e confuso, ma non in atteggiamenti che potessero far pensare a gesti autolesionistici.

 



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