Un Un commento di Giuseppe Lalli a: "Un resoconto delle guerre nelle nostre contrade"

Un commento di Giuseppe Lalli all’articolo di Giacomo Sansoni “Un resoconto delle guerre nelle nostre contrade” pubblicato il 14 dicembre 2021

- di Giuseppe Lalli -

 

Nell’articolo “Un resoconto delle guerre nelle nostre contrade” pubblicato su “Assergi Racconta” il 14 dicembre 2021, il caro amico Giacomo Sansoni (nome di...battaglia ‘Gianni’), accanto a quella feconda e originale vena letteraria collaudata in lunghi anni di scrittura creativa, rivela una inaspettata passione storiografica, che si avvale di uno stile davvero accattivante posto al servizio di fatti riferiti con grande accuratezza e con maturità di giudizio. La ricostruzione storica che l’amico Sansoni fa di eventi accaduti nelle nostre contrade sul finire della seconda guerra mondiale, allorché la grande storia nazionale lambì i nostri luoghi, appare credibile e rigorosa. Credibile è pure la tesi, già ventilata in sede storiografica, di un tacito accordo intercorso tra Badoglio e il comando tedesco in vista della liberazione del Duce prigioniero a Campo Imperatore: Mussolini in cambio della fuga indisturbata del re. Le ragioni che a tale riguardo Sansoni adduce sono convincenti. Ai nuovi dirigenti politici, e segnatamente a Badoglio, che volevano rifarsi una verginità antifascista, conveniva che Mussolini non fosse consegnato agli anglo-americani, come prevedeva l’armistizio firmato a Cassibile il 3 settembre 1943: un Mussolini processato avrebbe parlato, palesando le gravi responsabilità di Badoglio nella campagna d’Etiopia e nella stessa iniziativa di far scendere l’Italia in campo a fianco della Germania hitleriana.

In questo interessante contributo di Giacomo Sansoni, poesia, memoria e tensione morale si fondano mirabilmente, e ci regalano, in nuce, un piccolo romanzo storico. Lodevole, inoltre, pur nella commossa e dichiarata partecipazione emotiva, è l’obiettività del racconto degli avvenimenti e il rispetto per tutti i personaggi, piccoli e grandi, che vi figurano. Lo stesso Mussolini viene ritratto nel suo lato più umano. Si coglie poi nello scritto di Sansoni, insieme alla puntualità dei fatti e circostanze riportati, un encomiabile distacco dalle passioni che spesso inficiano i riferimenti a quel tragico torno di tempo della nostra vita nazionale. Fascismo e antifascismo, pur nella doverosa distinzione morale, più che categorie politiche, appaiono in queste righe colori di una grande commedia umana, dove bene e male spesso si confondono come i ruoli assunti, volta per volta, dai personaggi.

Su tutto si stende una grande compassione. Sulla falsariga di queste lontane, ma non troppo, vicende, Gianni Sansoni potrebbe scrivere un romanzo, come si diceva, e sarebbe, a pensarci bene, prima ancora che un romanzo storico, un romanzo della compassione.



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