Nel giorno della Memoria, riscopriamo anche il Ghetto di Civitaretenga

In occasione del Giorno della Memoria, la Fondazione Silvio Salvatore Sarra vuole ricordare l’antico Ghetto ebraico di Civitaretenga. Si tratta di una porzione della piccola frazione del Comune di Navelli, abitata da una comunità ebraica tra il XIV ed il XV secolo, erroneamente conosciuta come “Ghetto”, termine che trae origine nella città di Venezia solo dopo il 1500.

Questa piccola comunità aveva occupato essenzialmente un piccolo vicolo ed una piazzetta, denominate Via Giudea e Piazzetta Giudea, nella parte meno ospitale del borgo fortificato, per poter sfruttare economicamente il commercio della lana, grazie alla vicinanza con il tratturo, e dello zafferano, arrivato a Navelli nel 1200 e già divenuto uan delle tre attività principali del contado aquilano nel 1360, come citato da Buccio di Ranallo.

Con l’editto di espulsione dal Regno di Napoli del 1510, la presenza ebraica non solo diventa assenza, ma deve essere rimossa: ecco che la toponomastica varia in Via Guidea e Piazza Guidea, le pietre lavorate degli stipiti delle porte di accesso alle abitazioni ripetono, a volte insistentemente, il trigramma IHS tanto caro a San Bernardino da Siena, quella che era la sede degli affari e della preghiera degli ebrei diventa un palazzo gentilizio, in mano a Jacopo di Notar Nanni, non a caso ricco mercante di zafferano che fortemente volle la costruzione del mausoleo del Santo a L’Aquila.

La Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia ha recentemente finanziato una borsa di ricerca per documentare tale presenza a Civitaretenga ed in tutto l’Abruzzo, in modo da dare maggiori e più fondate testimonianze a questa importante traccia del passato ed impedire che vada persa.
Lo scorso anno il Ghetto, danneggiato dal sisma del 2009 e poi dichiarato di interesse culturale dalla Soprintendenza, è stato ripulito e messo in sicurezza, grazie al Comune di Navelli ed alla Fondazione Sarra, quindi reso visitabile a partire dalle Giornate FAI di primavera 2021 e poi per tutta l’estate e nel periodo di raccolta dello zafferano, quando centinaia di persone hanno scelto di visitare i nostri luoghi.
Ora il Ghetto attende l’avvio degli ambiziosi lavori di ristrutturazione, che faranno risplendere i pregevoli portali in pietra, gli archi accavallati uno sull’altro, i solai in legno, le tante finestrelle che cercavano la luce del sole affastellandoli su diversi livelli: un luogo che possa essere simbolo di convivenza tra popoli e preservare la Memoria delle persecuzioni di ogni epoca.


 



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