Crioterapia alla cascata dello Schizzataro

Si chiama crioterapia ed è una metodologia di recupero dopo gli allenamenti e le competizioni sempre più diffusa tra gli sportivi d’alto livello. In principio sono stati i giocatori di rugby ma ormai non è infrequente vedere anche calciatori, atleti di arti marziali ma anche Runner e ciclisti dedicarsi alla terapia del freddo al termine di uno sforzo prolungato e intenso.
Non sappiamo se Agnieszka Skrodzka meglio conosciuta come Agnese che vive a Camarda, sta utilizzando questa pratica a seguito di uno sforzo prolungato, ma lo fa in maniera naturale. Dopo la doccia del primo gennaio in mezzo alla natura, nella “Cascata dello Schizzataro”, ha replicato la doccia oggi 2 febbraio con la cascata piena di ghiaccio. L’acqua che scende dalla roccia si è trasforma in stalattiti e stalagmiti.
La crioterapia non è una novità, infatti le proprietà terapeutiche e antinfiammatorie del freddo sono note fin dall’antichità, e benché la tecnologia abbia permesso lo sviluppo di tecniche molto avanzate (dalla criocamera alla criosauna fino ai crioultrasuoni) immergersi in una vasca con del ghiaccio rimane il modo più semplice per recuperare dall’affaticamento muscolare, smaltire l’eventuale acido lattico e lenire il dolore muscolare.
In generale il freddo ha effetti sia analgesici che antinfiammatori tanto che, quando banalmente si prende una botta, la prima cosa a cui si pensa è mettere del ghiaccio. Lo stesso principio viene applicato per la crioterapia nello sport: immergersi in una vasca d’acqua con del ghiaccio permette di lenire il dolore muscolare e contenere il gonfiore, svolge un’azione miorilassante sciogliendo i muscoli ed evitando che rimangano contratti, blocca la produzione di acido lattico e rallenta il metabolismo dei tessuti muscolari e il loro deterioramento in seguito allo sforzo atletico.

 



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