SULL’ AIA A VIGLIANO - di Mario Narducci -

SULL’ AIA A VIGLIANO
 
 
- di Mario Narducci -
 
 
 
 
 
 
Sempre vivo mi sta
il suono del martello
sulla falce
per affilarne il taglio
e recidere il grano
nel gesto ampio e regale
dei mietitori
e sull’aia i covoni
ad asciugare al sole.
Giungevano le donne
gli abbondanti canestri
sulla testa
correva il vino
nell’unico bicchiere
e a giorno chiuso
la casa con la stalla
che sapeva di pula
e d'allegria.
 
Nel tardo luglio in montagna
saliva stenta
la trebbia del miracolo
e s’empivano i sacchi
scarsi come la terra
picchiava il sole
un sogno era il riposo
sotto la quercia.
Io sul basto tra i sacchi
le corse alla rimessa
con la mula
la paura tramutata in gioco
troppo presto concluso.
 
Nel cuore insiste adesso
il profumo del grano
ed un nome, Vigliano
sempre più intriso
di malinconia.

 



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