Non c'è un millimetro di Assergi che mi è sconosciuto - ricordi di Roberto Ippoliti

Una vita di corsa - gambe secche instancabili - su e giù- sopra e sotto - un po' di qua'..un po' di la' - non c'è un millimetro di Assergi che mi è sconosciuto - gambe secche che si fermavano solo dove l'essenziale rapiva la mia attenzione -  se Gigetto ammazzava il toro..io ero li' - sangue e timore - "vattenne" borbottava Gigetto - via con le mie gambe secche, ovviamente di corsa - poco dopo dal ferraio - di fronte il cavallo dentro il telaio di legno - e lui pinze in mano e ferro incandescente - passa solo un attimo e sto' dentro al cimitero - con un pudore e un rispetto che ancora non conosco cerco le foto più buffe di persone anziane - divento serio solo quando mi accorgo di una morte prematura e la foto di una ragazza nel fiore della sua gioventù- ma non c'è tempo - le mie gambe secche mi portano sotto il pilone più alto sotto l'autostrada- tocco con le mani il gigante freddo di cemento- non ho tempo per pensare! c'è la "Grotta a Male" da affrontare in solitaria - tremarella e ammirazione - le gambe secche mi aiutano a risalire -pochi secondi per rivedere il sole, e in pochi secondi sto già a 'na porta - c'è Persichetti a petto nudo -vanità e ironia - solo un'attimo e sto dentro la chiesa - mi rinfresco e le mie gambe secche incontrano il figlio di pecione -fantasia e simpatia - lo trovavi a dipingere uno scorcio con la tela e a prendere in giro qualcuno - memorabile il suo colloquiare con Santareje sul perchè del "cataclisma elettrogeno"- risposta scontata:" ma vaffangule va'!!! le mie gambe secche mi portano di corsa a casa - tre etti di pasta col pane senza pennichella pomeridiana - le mie gambe secche si riposano solo al bar di Dora - ovviamente appese ai tubi innocenti dove la vite cresceva rigogliosa - andate gambe secche che viene sera e non vedo l'ora di sedermi sui gradini del palco in piazza a godermi le coscie delle ballerine -

Roberto Ippoliti



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