Interventi parziali e senza programmazione organica mettono in difficoltà gli agricoltori

 

Interventi parziali e senza programmazione organica mettono in difficoltà gli agricoltori

 

Recentemente, il settore Agricoltura della Regione Abruzzo, ha reso noto un cospicuo finanziamento di 2,7 milioni di euro a valere sulle risorse del Programma di Sviluppo Rurale (PSR), in favore del Consorzio di Bonifica Interno Bacino Aterno e Sagittario, per la sostituzione del vecchio impianto di irrigazione a servizio dei terreni nelle frazioni di Bagno e nel Comune di Ocre, con uno nuovo e moderno.

Una buona notizia per gli utilizzatori delle acque dei laghi San Raniero e San Giovanni tuttavia, anche in questo caso, dobbiamo prendere atto dell'utilizzo di risorse pubbliche per interventi parziali e a spot, senza una programmazione organica e generale, che tenga conto delle problematiche diffuse, in alcuni casi addirittura esasperanti, relative alla questione della rete dei canali di irrigazione nonché della qualità e della gestione delle acque.

L'irrigazione è un tema complesso che interessa un territorio molto più ampio in special modo nel comprensorio est del Comunqe dell'Aquila, con problematiche varie che continuano a persistere, in particolare lungo i percorsi acquiferi che da Tempera si estendono verso Paganica e arrivano fino a San Gregorio. Un'area vasta, interessata da esperienze agricole importanti, giovani imprese presidi di qualità e centinaia di hobbisti, cioè piccoli agricoltori con appezzamenti  limitati a coltivazioni per uso familiare. Tutti loro sono impegnati in proprio alla manutenzione dei tratti canalizzati afferenti ai terreni di pertinenza ma in grandi difficoltà, a causa della scarsa manutenzione generale degli stessi e della gestione disordinata delle turnazioni per l'irrigazione.

Sebbene il regolamento irriguo del consorzio di Bonifica, di fatto disatteso, preveda all'art.6 "programmi annuali e/o straordinari diretti a garantire la conservazione delle opere e la loro perfetta efficienza", gli agricoltori interessati lamentano totale disattenzione in tal senso. Dunque, sui terreni irrigati dal fiume Vera, alcuni interessati da vere, innovative e in  alcuni casi eroiche imprese agro pastorali, non soltanto non esistono sistemi di irrigazione efficienti ma non viene garantita neanche una manutenzione adeguata dei tratti acquiferi che, in altri tempi, avveniva attraverso vecchi usi e consuetudini.

In contesti rurali di piccole economie come quelle sussistenti lungo il fiume Vera, interventi mirati e continuati, potrebbero rendere più efficiente il sistema e più semplice il lavoro degli utenti, persino senza la necessità di progetti faraonici. Basterebbe gestire equamente le acque e manutenere le canalizzazioni, interessate invece attualmente da vergognosi depositi, residui di potature e persino rifiuti veri e propri. Consuetudini malsane agevolate dall'inesistente presidio del territorio da parte degli enti preposti.

Dobbiamo recuperare il contesto giusto perché, oltre al consolidamento delle esistenti pioniere, nuove economie basate sulle tradizioni e sulle culture agro pastorali possano svilupparsi.



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