IL CANTO -VOLA, VOLA, VOLA- COMPIE 100 ANNI MA IL TESTO NON E’ BEN CONOSCIUTO DAGLI ABRUZZESI

IL CANTO “VOLA, VOLA, VOLA” COMPIE 100 ANNI MA IL TESTO NON E’ BEN CONOSCIUTO DAGLI ABRUZZESI 

Tutti i cori alpini dell’Italia Settentrionale eseguono l’Inno d’Abruzzo nella sua interezza mentre i cori abruzzesi ignorano una strofa

- di Camillo Berardi -

Ricorre il centenario della nascita del canto “Vola, vola, vola” con versi di Luigi Dommarco e musica di Guido Albanese, considerato l’ ”Inno d’Abruzzo”, anche se esistono altre canzoni abruzzesi che avrebbero titolo per esserlo. Ne è un patente esempio il canto aquilano “J’Abbruzzu” che con incisiva efficacia poetica descrive “Ju Gran Sassu” dalla cui sommità si osservano j’unu e j’atru mare”, la “Maiella” madre del popolo abruzzese, che è anche la montagna più fiorita d’Europa, la Marina con le vele colorate, i pastori”, la malia della ciaramella”, ecc… 

In questo splendido quadro poetico-musicale è dipinto e racchiuso tutto l’Abruzzo, ma il componimento Vola, vola, vola” rappresenta l’ “Inno regionale”, nato peraltro nel territorio che da sempre è la “culla del folklore abruzzese”.

 

Alla celebrità del canto ispirato a un gioco fanciullesco che facevano i nostri avi, hanno contribuito - in maniera determinante - il successo discografico avuto con Carla Boni, Gino Latilla e l’Orchestra diretta dal M° Cinico Angelini in un 78 giri della Cetra, il 1° Premio Assoluto vinto al Festival Internazionale della Canzone Italiana a Parigi nel 1953 e l’essere stato inserito - il componimento - nel repertorio dei canti alpini eseguiti dal celeberrimo Coro trentino della SAT. (Società Alpinisti Tridentini), il più celebre tra i cori alpini italiani. I fratelli Pedrotti, direttori del suddetto Coro, nell’attività di ricerca di significativi canti popolari nel territorio nazionale, nella prima metà del secolo scorso s’incontrarono con il M° Guido Albanese, instaurando con lui una stretta amicizia e un’intensa attività musicale: questa rilevante e proficua collaborazione non è nota agli abruzzesi. Il risultato che ne derivò, fu che nel repertorio dei brani del Coro della SAT, furono inseriti tre canti d’ispirazione popolare abruzzese, d’autore, tutti musicati dal grande compositore Guido Albanese: oltre a “Vola, vola, vola, anche L’accquabbèlle e Lu piante de le fojie. E’ opportuno rimarcare che tutti gli altri canti del repertorio del Coro SAT, sono di autori ignoti. Questo Coro celeberrimo si è esibito nei teatri più prestigiosi d’Italia, e ha tenuto moltissimi concerti in Europa, in America, in Asia e in Australia, facendo conoscere nel mondo anche i tre canti significativi della nostra terra.

 Il M° Patrizio Paci, Direttore del prestigioso Coro alpino “La Cordata” di Montalto delle Marche (AP), nello studio “Il canto di ispirazione popolare”, nella parte dedicata alle canzoni abruzzesi, sottolinea la collaborazione musicale del M° Guido Albanese con i fratelli Pedrotti del Coro della SAT e al riguardo riporta quanto segue: <<Silvio Pedrotti, richiamato nel 1940 sul fronte occidentale, con incarico di formare il Coro del Battaglione “Val di Fassa”, risponde con fermezza ad un maggiore che gli chiede informazioni sullo stato del Coro: “Il nostro repertorio è di 24 canzoni, signor maggiore! C’è dentro tutto il repertorio della SAT, le più belle canzoni, quelle nate in trincea, le canzoni del nostro Trentino e anche due motivi abruzzesi”(1).

Non è difficile intuire che i due motivi abruzzesi sono “L’Acquabbelle” e “Vola, vola”. Nel 1953 il Coro della SAT vince il prestigioso Concorso Polifonico Internazionale di Arezzo e il M° Luigi Pigarelli, storico e illustre armonizzatore della maggior parte dei brani eseguiti dal coro trentino, si congratula così con Silvio Pedrotti per la prestigiosa vittoria: “I putei non stanno nella pelle per il riconoscimento conquistato. Hanno ragione e io godo con voi. Per quando tornerai, ti trascriverò nitidamente ‘Lu piante de le fojie’ di Guido Albanese” (2). La nota trascrizione pigarelliana fu elaborata per coro virile a sei voci>>.

(1) tratto da Mauro Pedrotti - Note in Paradiso - Capitolo IV - I due sergenti

(2) tratto da Mauro Pedrotti - Note in Paradiso - Capitolo III - Luigi Pigarelli e Antonio Pedrotti.

 

Il canto “Vola, vola vola”, inoltre, è stato eseguito da Claudio Villa, Rosanna Fratello, Gigliola Cinquetti, Mina e tanti altri cantanti famosi.

Ma sul questo canto, devo affermare che gli abruzzesi non conoscono esattamente il loro “Inno regionale”, infatti, sono a loro note soltanto tre strofe, e quattro ritornelli che fanno volare “Lu pavone”, “Lu gallinacce”, “Lu cardille” e “La ciamarelle”, termine - quest’ultimo - che assai spesso viene sostituito impropriamente da “ciaramelle” o “ciarammelle” che peraltro è un oggetto che “non può volare”.  In verità, “La ciamarelle”, che non rappresenta neanche la “ciammarica”, è una deliziosa farfallina policroma che viene così chiamata nel territorio dove è nata la canzone; denominata anche “ciarmarelle”, viene facilmente confusa con “ciaramelle” o “ciarammelle”.

Fatte queste prime precisazioni, rimarco che la (quasi) totalità dei cori abruzzesi, conoscendo come già detto soltanto tre strofe e  quattro ritornelli, nell’eseguire il brano è costretta ad eliminare un ritornello, sacrificando il pavone, o il gallinaccio o la “ciamarelle”, salvaguardando soltanto il cardellino.

Come si spiega questa patente anomalia?

L’ho scoperto nell’adolescenza, quando durante la mia frequentazione delle Alpi, nella città di Udine ascoltai per la prima volta il celeberrimo Coro della SAT che nel programma del concerto di “canti alpini” aveva inserito anche Vola, vola, vola”, eseguendo il brano nella versione completa di quattro strofe e quattro ritornelli, uno dei quali faceva volare la “ciamarelle” e non la “ciarammelle” (che è l’oboe pastorale).

Io conoscevo soltanto tre strofe a fronte di quattro ritornelli dei quali uno era sempre soppresso, risultando “orfano” della strofa.

Rimasi molto sorpreso e meravigliato nell’ascoltare in Friuli-Venezia-Giulia un canto abruzzese, che rappresentava il nostro inno regionale e che in Abruzzo non avevo mai ascoltato nella sua interezza…!

Al termine del concerto, non esitai a chiedere al Direttore del Coro la copia del testo poetico con la quarta strofa e il M° Silvio Pedrotti, molto gentilmente mi donò una copia dello spartito musicale completo che riporto di seguito.

Naturalmente, in quel tempo, ignoravo che nel passato ci fosse stata un’intensa collaborazione musicale tra il M° Guido Albanese e i fratelli Pedrotti.   

Riporto di seguito i versi della strofa poco conosciuta, omessa dalle Corali  abruzzesi:

 
 Allor’i’ na  pupuccia capricciose,
purtì li trecc-i-appése e lu fruntine;
mo’ ti sci’ fatte serie e vruvignose,
ma ss'uocchie mi turmente e mi trascine.

 

Ecco lo spartito del canto Vola vola vola armonizzato per il Coro della SAT dall’illustre M° Luigi Pigarelli che mi donò il M° Silvio Pedrotti:

Una volta conosciuta la versione integrale e completa del canto-simbolo dell’Abruzzo, cercai di farla conoscere ai cori regionali con cui avevo contatti, ma soltanto pochissime corali integrarono il canto con la strofa a loro ignota. Fra queste, ricordo il "Coro Polifonico Voci delle Ville di Ortona,il “Coro delle 9” di Pescara, il Coro “Gli Amici del Bel Canto” di L’Aquila e il “Gruppo Corale La Scerta” di L’Aquila e dintorni. Le altre compagini Corali, abituate ad eseguire soltanto tre strofe, hanno continuato a cantare il testo “standard” ridotto che conoscevano, sacrificando sempre un ritornello.

A questo punto vale pena rilevare che tutti i Cori Alpini dell’arco alpino che eseguono la canzone Vola, vola, vola, la cantano nella sua completezza, mentre quasi tutti i cori abruzzesi la eseguono parzialmente, ignorando la quarta strofa.

La mia passione musicale rivolta alla conoscenza e alla riscoperta del patrimonio folkloristico abruzzese originale, mi ha sempre spinto a far conoscere - nella sua completezza - il canto più rappresentativo degli abruzzesi, noto anche a livello internazionale, e in occasione del centenario della nascita dell’Inno d’Abruzzo, non posso non riproporne il testo completo:

Vola vola vola

Vulesse fa' 'rvenì pe' n'ora sola
lu tempe belle de la cuntentezze,
quande pazzijavame a "vola vola"
e te cupre' di vasce e di carezze.

E vola vola vola vola
e vola lu pavone;
si tiè lu core bbone
mo fammece arpruva'!



'Na vôte pe' spegna' lu fazzulette,
so' state cundannate di  vasciarte.
Tu te scì fatte rosce e mi sci’ dette
di 'nginucchiarme prime e d'abbracciarte.

E vola vola vola vola
vola la ciamarèlle;
pe' 'n'ore cuscì belle
m’
ûlesse sprufunna'.

 

Allor’i’ na  pupuccia capricciose,
purtì li trecc-i-appése e lu fruntine;
mo’ ti sci’ fatte serie e vruvignose,
ma ss'uocchie mi turmente e mi trascine.

 

E vola vola vola vola
vola lu gallinacce;
mo’ se mi  guardi 'n facce
mi pare di sunna'.


Come li fiure nasce a primavere,
l'amore nasce da la citelanze.
Marì, si mi vuò bbene accome jere,
ne’  mmi luvà stu sonne e sta speranze.

E vola vola vola vola
e vola lu cardille;
nu vasce  << a pizzichille >>
ne’ me le puo’ nega'!



 

Ascoltiamo adesso il“Coro Polifonico Voci delle Ville” di Ortona, che esegue il canto “Vola, vola vola” con le quattro strofe e i quattro ritornelli



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