Nel libro - Dai quark alle galassie - il fisico Gianpaolo Bellini racconta Borexino al Gran Sasso

Nel libro “Dai quark alle galassie” il fisico Gianpaolo Bellini racconta Borexino al Gran Sasso

 


A raccontare l’avventura di Borexino è il suo ideatore e direttore, il fisico Gianpaolo Bellini, professore emerito dell’Università degli Studi di Milano, nell’ultimo capitolo del recente Dai quark alle galassie, scritto con Marco Bersanelli e Enrico Bonatti (Hoepli, 2022); chiudendo così l’affascinante viaggio nel quale i tre scienziati ci conducono “dal micro al macrocosmo passando per la Terra”, come recita il sottotitolo.
Cosa costituisce la materia che ci circonda? Come si è formato il pianeta 11 Terra? Come si evolve l’Universo? Tre luminari, un fisico subatomico, un astrofisico e un geofisico, affrontano la sfida di spiegare la realtà dal microcosmo al macrocosmo. Un libro che tratta dalle particelle elementari alle stelle: per mostrarci che nella struttura della materia non c’è nulla di casuale e che il nostro mondo è un punto infinitesimo negli spazi abissali dell’Universo, tra miliardi di stelle. Il tutto impreziosito dagli ultimi risultati delle ricerche: l’esperimento Borexino ha infatti trovato la spiegazione alla millenaria domanda sul perché il Sole e le stelle brillano, tanto da essere nominato nel 2014 e nel 2020 fra i dieci più importanti risultati del mondo e da ricevere il premio Cocconi dalla Società europea di Fisica. Con prefazione di Roberto Battiston, fisico inserito nella Hall of Fame della Federazione Astronautica Internazionale.
Che non si tratti solo di teorie ce lo dicono gli scienziati che operano nei grandi acceleratori: come al Cern di Ginevra, al Fermilab di Chicago, al Kek di Tsukuba (Giappone) o, ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso; ma anche quelli che cercano di catturare i raggi cosmici, con appositi rivelatori installati in Antartide o al Polo Nord. Sono continue le conferme sperimentali dei principali modelli teorici; ma sono anche numerosi e intriganti gli indizi raccolti su aspetti della materia ancora totalmente sconosciuti e “oscuri”.
Dal 1990 è in funzione un mega-esperimento scientifico denominato Borexino, che tra il 2007 e il 2021 ha raccolto dati sufficienti per provare le principali ipotesi sul funzionamento delle stelle già formulate negli anni trenta del secolo scorso.
Bisogna andare sotto terra perché lì si possono rivelare e misurare i neutrini, quelle particelle sfuggenti ed elusive che riescono ad attraversare indisturbate qualunque corpo materiale portando con se le informazioni sul luogo da cui sono partite: se arrivano dal Sole, ci diranno qualcosa circa i meccanismi che le hanno prodotte e ci faranno capire meglio i meccanismi delle reazioni termonucleari responsabili della produzione dell’energia solare. Sulla Terra siamo bombardati e attraversati da ben 60 miliardi di neutrini solari per centimetro quadrato ogni secondo, senza che ce ne accorgiamo; e sotto il Gran Sasso, il rivelatore Borexino è attraversato ogni 24 ore da 600mila milioni di miliardi di neutrini, ma riesce a osservare un po’ più di 45 interazioni di neutrini al giorno.

 



Condividi

    



Commenta L'Articolo