SAGGIO DI MONS. G. MOLINARI SILONE, UN EVANGELISTA FUORI DELLA “BIBBIA”

SAGGIO DI MONS. G. MOLINARI

SILONE, UN EVANGELISTA FUORI DELLA “BIBBIA”

ABBIAMO PARLATO CON LE CRITICHE L. BIONDI (AQ) e S. CASCIANI (USA)

 

--- di Paolo Rico ---

 

Ci riprova mons. Giuseppe Molinari con il suo fine fiuto catechetico. E sorprende, senza sorprendersi  - nel recente saggio, da poco in libreria -  Ignazio Silone  - il cristiano-senza-Chiesa, cioè -  in ginocchio, a recitare il Pater Noster, sul letto di morte, assieme alla vedova irlandese  - scomparsa 23 anni dopo il marito a Roma, nel 2003 -  Darina Elisabeth Laracy. Analogamente il presule  - arcivescovo emerito dell’Aquila -  aveva filologicamente e amabilmente “processato”, in precedenza, nei suoi saggi, Luigi Pirandello e Cesare Pavese, altrettanto, quanto a fede, balbettanti, e pure, come Silone, protési nella ricerca del Cristo, battitori liberi  - ma tenacemente coerenti e determinati -  sul campo sterminato della spiritualità cristiana. Con grossolana sintesi di cronaca sembra qui il nocciolo del volume Il Vangelo secondo Silone. La presentazione martedì prossimo alle ore 17 (videodiretta su LAqTv)   nell’auditorium “Benedetto XVI”dell’Istituto superiore di Scienze religiose in via Vetoio (zona ospedale-Inail-polo universitario scientifico).

Studiosi laici e teologi di spessore, convocati per l’evento culturale, a sviscerare temi; strutturare critiche e fondare prospettive dopo la lettura del testo, edito dalla s.r.l.  Tau in Todi (PG); pp. 207, s.i.p. Occasione, per confermare la costante attenzione del presule  - dico: la sua suggestione pastorale -  per le “anime” dubbiose e problematiche, comunque, indirizzate ogni volta a recuperare… le mollichine, disseminate  - anche inconsapevolmente -  a ritroso, lungo il tragitto di vita, comunque sostanziato dall’anelito cristiano, percepito che sia stato o meno. Paradigmaticamente, mons. Molinari attraversa instancabilmente tutto  - lo ribattezzo così -  il “faldone” archivistico siloniano, scovando con acribia documentale tutte le citazioni dello scrittore pescinese, atte ad ordinarne un costante slancio spirituale, sicuramente interiore, ma anche ogni volta trasfuso in suggello grafico, come fa il romanziere; il saggista; l’autore, al quale ha forse guardato con migliore osmosi contenutistico-formale Mario Pomilio, altro illustre cristiano-problematico abruzzese, secondo una definizione dell’italianista Liliana Biondi (convalescente; perciò, impossibilitata martedì prossimo a condividere, sul tavolo dei relatori, la vernice del saggio di mons. Molinari.

Quasi una “star”, il presule, per i corsisti  - taluno non di fede cattolica -  della prof.ssa Santa Casciani, oriunda di Castelnuovo e da decenni docente di letteratura italiana a Cleveland, in un prestigioso ateneo Usa dei padri gesuiti. Allievi, annualmente ospiti di stage dell’”Urbaniana”, dove iniziò appunto la carriera della stessa prof.ssa Casciani. La quale spiega al telefono che il saggio del presule aquilano è «una sorta di portolano dell’insistita ricerca siloniana di un Cristo dal volto umano». Da Venerdì Santo, per certi versi, ovvero sofferente; ancorato verosimilmente all’umanità dolorante. D‘altronde, lo scrittore pescinese  - ricorda la prof.ssa Casciani -  «volentieri illumina nei suoi romanzi preti-modello; figure di vivida religiosità attrattiva», come la docente italo-americana riconosce nella comunicativa e nell’azione pastorale di mons. Molinari, così fortemente magnetico  - insiste -  per i giovani del suo ateneo, appassionatisi, infatti, agli interventi del presule aquilano negli appuntamenti di lectio magistralis, promossi per gli stagisti di Cleveland. Giovani, attesi a Castelnuovo a fine-estate, ormai dal 2014, per l’annuale summer school, con esimi docenti, non solo mons. Molinari.

Quest’anno la comitiva Usa sarà in tour anche nella monumentale basilica aquilana di san Bernardino. Il compatrono aquilano è, infatti, il focus del saggio sul francescanesimo abruzzese, la più recente fatica editoriale della professoressa Casciani- Lei, che ha «indelebilmente impressa nella memoria dall’adolescenza di studentessa del “Cotugno” i piedi ignudi  - essenzialità di adesione cristiana – di padre Casimiro», bisbiglia con grande aura di riverenza la nostra autorevole conterranea.

 



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