100° ONOMASTICO PER LUPO EDO ORSO. PADRINO SCIENTIFICO UN MEDICO MOLISANO, TRAVOLTO DA UNO SCANDALO

100° ONOMASTICO PER LUPO EDO ORSO.
PADRINO SCIENTIFICO UN MEDICO MOLISANO,
TRAVOLTO DA UNO SCANDALO FINANZIARIO


--- di Paolo Rico ---

Orso bruno e lupo appenninico, per i più. Tra i botanici, l’estratto ufficiale di nascita scientifico classifica segnatamente l’uno, canis lupus Italicus, e l’altro: ursus arctos Marsicanus. Nomi, scelti un secolo fa dal padrino molisano dalle due icone per eccellenza del Parco Nazionale (PNALM): uno scrupoloso medico di Campobasso, poi zoologo di chiara fama e collezionista preclaro di fauna selvatica: Giuseppe Altobello.
Di nobile schiatta, lo scienziato  - dai precoci e tenaci interessi infantili per la natura, via via egregiamente coltivati nell’intero arco di vita -  morì di crepacuore a 61 anni, coinvolto nella bancarotta di uno sportello di credito cooperativo del posto dopo aver conosciuto le patrie galere. Fu parzialmente quanto inutilmente riabilitato dalla tardiva clemenza del giudice molisano dell’epoca. Avveniva, infatti, tutta questa brutta vicenda Il 1921, data del battesimo tassonomico,  appunto, dei nostri carnivori. Della cui sterminata conoscenza l’Altobello fu antesignano ed inarrivabile divulgatore. Tanto che  Erminio  Sipari, il fondatore del Parco pescasserolese, volle primo consigliere dell’organismo, storicamente incardinato nell’autunno del 1923, proprio il medico molisano, pur se pressioni politiche e vaticane; altolocate e condizionanti, portarono, in realtà, quasi subito l’Altobello a far posto ad un diverso biologo dell’università di Roma. Sic transit gloria mundi! O, se è più chiaro: ieri come oggi e anche in futuro e per sempre, al netto di pessimismo qualunquista, le nomine sono seme di pastette.
“Pastette”, aggancio etimologico  - per rimanere all’orso -  al dibattito in corso sull’estremo danno, che le condotte umane di prossimità  - particolarmente alimentari -  sembrano procurare all’orso, non a caso, detto “confidente”. Proprio così, per esorcizzare tenerezza e curiosità, perfino solidarietà ed amicizia in singoli e gruppi; comunità residenti e turisti, fotoamatori e simili: tutti, particolarmente affascinati dal plantigrado, scioccamente invogliato, perciò, a rispondere alla “mano tesa” dell’uomo, razziando ogni ben di dio nei borghi del tour quotidiano dell’orso marsicano. Soprattutto se si lasciano stie di pollame aperte; frutteti senza recinto; discariche abbandonate a cielo aperto, assortita attrattiva, perciò, per la gola dell’orso. Lo si è ribadito in un recente convegno.
Occasione, però, per ammonire contro il persistente ricorso alla sola osservazione empirica nell’interpretare le inclinazioni dell’orso e il relativo ostacolo, frapposto da pratiche antropocentriche non solo alle spontanee dinamiche di una vita selvatica, che è da riconoscere alla fauna protetta, ma perfino agli interessi di incolumità personale e difesa del patrimonio privato, minacciati dalle incursioni dell’orso confidente e goloso. La cui prospettiva di moltiplicazione va, per contro, consegnata ad accurate analisi scientifiche, insomma ai protocolli di Science based Evidence, unici a fondare una corretta gestione specialmente delle specie in estinzione all’interno di aree naturalisticamente preservate.
Così, per l’orso marsicano ed anche per il lupo appenninico e tutta la biodiversità. Nel segno, appunto, di quell’agenda di promozione del platingrado, concertata proprio all’Aquila ben 25 anni fa ed oggi largamente inattuata, forse per quel deficit di attenzione scientifica, rilevata da taluni esperti, intanto, intorno alle questioni dell’orso, la cui salvaguardia non è poi così datata, se la legge di vincolo risale al febbraio di appena 30 anni fa.
Però, si  è anche ammesso che la “longevità” riproduttiva del plantigrado ha bisogno di superfici ben più ampie ed anche non prossimali al perimetro, un tantino sacrificato  - nonostante mugugni antropocentrici -, del Pnalm. Programma ambizioso se la convivenza nel Parco appare oggi assai problematica nell’impostazione di metodo e nell’esplicazione di scelte operative.
Nonostante, il centesimo onomastico scientifico di lupo ed orso sembra essere fortunatamente salutato dal recentissimo stanziamento dell’amministrazione abruzzese  - prima delle 3 Regioni tra Lazio e Molise -   a tagliare il traguardo con la legge concordata, per solennizzare nel 2023 il centenario istitutivo del Parco di Pescasseroli.

 



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