L’eremo di San Rocco viene restituito alla popolazione di Fagnano dopo una lunga chiusura

L’eremo di San Rocco viene restituito alla popolazione di Fagnano dopo una lunga chiusura. Festa grande in paese.

 
E’ stata una cerimonia molto sentita che “cancella tutti i giorni complicati”. Siamo a Fagnano Alto, precisamente a Ripa, la frazione più popolosa del comune, dove – come annunciato nei giorni scorsi – l’eremo di San Rocco ha riaperto finalmente le sue porte.
“Oggi per noi non è un sabato qualunque” ha detto un emozionato Francesco D’Amore, sindaco di Fagnano Alto e presidente del parco Sirente Velino nel giorno dedicato alla riapertura della chiesetta e dell’area che la ospita.
La zona era stata interdetta con un'ordinanza della protezione civile in seguito al terremoto del sei aprile 2009. L’eremo incastonato nella roccia è rimasto sempre intatto, ma la parete che lo sovrasta ha presentato dei problemi di stabilità.
I lavori per la messa in sicurezza guidati dall'ingegner Antonio Capassi sono andati avanti per poco più di un anno e questo, a suo modo, è stato un piccolo miracolo per la valle Subequana dove i riflettori si sono accesi grazie a un progetto che ha preso il via lo scorso anno e  ha visto unite più forze e professionalità: Comune – Parco – Regione e le  associazioni Oro nero e proloco insieme per il territorio.
La cerimonia si è svolta nella piazzetta antistante la chiesa di San Vittorino, dove la giornalista Roberta Galeotti ha moderato gli interventi degli ospiti, e a seguire il cammino verso l’eremo e la riapertura della chiesetta con Monsignor Orlando Antonini e Don Pedro ha regalato momenti emozionanti ai tanti fagnanesi che aspettavano questo momento.
La riapertura si è svolta in un momento particolare, a pochi giorni dalla Perdonanza celestiniana che quest’anno ha un valore fortissimo perché si arricchisce grazie alla presenza di un ospite speciale: Papa Francesco.
“La fiaccola del perdono quest’anno farà una piccola deviazione: raggiungerà anche il nostro eremo” – annuncia D’Amore.
La sacralità sorprendente del piccolo santuario incastonato nella roccia in questo caldo sabato pomeriggio ha scaldato l’anima più autentica del comune e dei tanti fedeli che si sono raccolti in preghiera.

 



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