Nuove accuse per il militare arrestato

Il giudice per le indagini preliminari ha contestato una ulteriore aggravante al caporale Francesco Tuccia accusato di avere violentato una studentessa davanti alla discoteca di Pizzoli «Guernica». Ma nell’ordine di arresto ci sono anche altre gravi censure dalle quali non sarà facile discolparsi. Tra queste alcune bugie sconfessate. Intanto è pronta una istanza per il tribunale del riesame.
 Ma andiano per ordine. Il giudice, Giuseppe Romano Gargarella asserisce esserci l’aggravante di avere agito per motivi «futili e abietti» e fa espresso riferimento a una «azione crudele verso la vittima del reato approfittando della minorata difesa della ragazza che presentava un tasso alcolemico molto elevato e che veniva aggredita in un luogo buio e secondario, esterno al locale, in prossimità di una porta antincendio». Il giudice, in sostanza, asserisce che nonostante la ragazza non fosse in grado di reagire e capire cosa stesse accadendo, tuttavia il caporale ha insistito nella sue pratiche sessuali abnormi.
 C’è poi un altro passaggio nel quale il giudice accusa il sospettato con toni davvero pesanti. «La estrema brutalità dell’azione» si legge nel documento, «la crudeltà usata la mancanza di scrupolo nel lasciare la ragazza massacrata esposta alla morte per gelo o dissanguamento pone la pericolosità sociale dell’indagato ai massimi livelli».
 Una bugia, subito smascherata dal personale della discoteca, ha poi complicato le cose al sospettato.
 Infatti, secondo quanto riferito nell’ordinanza, il Tuccia, una volta notato nel parcheggio dalla vigilanza, quando si era scoperto il fatto ma prima ancora che lui venisse sospettato «era visibilmente agitato e tremante, al contrario dell’inizio della serata, in cui era allegro e loquace». Un addetto alla sicurezza contestò al Tuccia di averlo visto baciarsi con la ragazza. «A fronte dell’ennesimo diniego da parte del ragazzo» dice il giudice «e notando la camicia mal riposta all’interno dei pantaloni, come se fosse stata risistemata frettolosamente, l’addetto alla sicurezza afferrava sfilandogli bruscamente la sua camicia e faceva notare a Tuccia che la stessa presentava evidenti macchie di sangue slavato. Chiedeva contezza del fatto al caporale il quale rispondeva di avere solo baciato la ragazza». Il maldestro tentativo di nascondere la macchia di sangue ha insospettito gli addetti alla sicurezza che hanno riferito poi ai carabinieri questo dettaglio che non è risultato secondario ma un elemento determinante per avviare l’inchiesta per tentato omicidio e violenza sessuale. Intanto domani ci sarà l’interrogatorio in tribunale del sospettato il quale potrà far valere le proprie ragioni assistito dall’avvocato Alberico Villante. Proseguono gli attestati di solidarietà alla ragazza che è ancora in ospedale ricoverata nel reparto di ginecologia. «Ribadendo la propria vicinanza, il proprio dolore e confermando sostegno e solidarietà per quanto accaduto alla povera ragazza» l’Arcigay, tramite Massimo Consoli «esprime soddisfazione per l’arresto del militare».

 
 



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